Sono passati tre anni dall’omonimo debutto e il secondo full che ci apprestiamo a recensire, dal titolo Waiting for the End to Begin. In questi mesi gli Overo non sono mai stati fermi, nemmeno la pandemia li ha bloccati, prova ne è il progetto Tobiano, loro alter-ego pandemico. Oltre a ciò, alcuni split, progetti solisti, e tante idee che dovevano prima o poi concretizzarsi in qualcosa, che finalmente è arrivato.
La primavera è la stagione adatta per la musica dei texani: nostalgica, consolatoria, cullante, ma che sa anche graffiare e far pensare al passato e a cosa ci siamo lasciati alle spalle mentre, speranzosi, ci rivolgiamo verso un domani che ci auguriamo essere migliore. Gli Overo sono attualmente una tra le migliori incarnazioni dell’emo più genuino e spontaneo, quello maturo, intimo, che sposa con disinvoltura le trame dolci in crescendo del post-rock, che racconta le nostre vite con un folk sotto mentite spoglie, e che sferza, scuote, prende a pugni se necessario, utilizzando la causticità dell’hardcore. I dieci brani presenti in Waiting for the End to Begin prendono l’omonimo, bellissimo debutto e lo aggiornano di ulteriori elementi, vivacizzandolo con una rinnovata sensibilità e superando alcune acerbità presenti, questo probabilmente per merito delle tante attività svolte dalla band in questi tre anni. Le sonorità rimangono però le stesse, per fortuna: Lindsay e Brendan sono sempre lì, chitarra e cuore alla mano, pronti a portarci a spasso con le loro voci in un saliscendi emotivo tipico del genere, ma che non stufa mai se si sa come esprimerlo al meglio. Testi che parlano di incomunicabilità, di rapporti umani a rischio, di isolamento, di perdita, di quelle sensazioni che abbiamo provato tutti, chi più chi meno, che ci hanno fatto crescere, che ci hanno ferito e che ci hanno reso più forti. Gli Overo non offrono soluzioni, ma forniscono una chiave di lettura, condividono pensieri per dirci “hey, ci siamo passati tutti, non sei solo, tieni duro“, e in questo messaggio risiede alla fine la forza della band e la positività di un disco che solo all’apparenza sembra essere dimesso e malinconico. Neanche mezz’ora la durata complessiva, eppure sufficiente a far passare il messaggio, a comunicare quanto deve essere veicolato, e a spingere l’ascoltatore a premere nuovamente “play” per vivere da capo le tormentate ma anche coinvolgenti sensazioni provate ascoltando pezzi (di cuore) come “Walls”, “Dumpster Full Of Glass”, “Chestnut Hill”, “Body” o la conclusiva “Without You” .
Bentornati Overo, gli amanti di queste sonorità avevano bisogno di voi.
(Middle-Man Records/strictly no capital letters/Pundonor Records/zilpzalp records, 2022)
1. Walls
2. Dumpster Full Of Glass
3. Never
4. Chestnut Hill
5. Fading
6. Lung Compliance/Witness
7. It Won’t Be Pretty
8. Body
9. Lost Our Way
10. Without You