Scorrendo la tracklist dell’ultimo lavoro degli spagnoli Ruinas, Resurrekzión, mi imbatto in una manciata di pezzi di due-tre minuti e in una traccia di diciassette. Mi incuriosisco parecchio schiacciando il tasto play, ricordando le bordate deathgrind tutt’altro che sperimentali dello scorso album dei nostri. Arrivo alla fine di Resurrekzión con la bocca aperta, conscio di essere di fronte ad una delle produzioni più ignoranti e al contempo geniali del panorama estremo di questo 2022.
Si parte con “Eterno Retorno”, un arruffato insieme di quadrati riff death metal e distorsioni assassine, seppur con piglio meno punk e cazzone di quello di Ikonoklasta, che nel 2020 ci fece conoscere gli spagnoli. Si prosegue sulla stessa falsariga per le successive canzoni, passando da un assalto all’altro, tra palesi tributi a colossi del genere come Brutal Truth ed Extreme Noise Terror e tocchi di classe che, in un modo o nell’altro, rendono il grind dei nostri unico. Quel riff tutto thrash alla fine di “Tormenta de Miseria y Muerte” o il basso spiritato della title-track faranno la gioia sia dei puristi che degli amanti del deathgrind più sperimentale e contaminato. Passando per l’interludio di “Ex Putrefaktio” arriviamo all’ultima, sublime, “Lázaro”. Un paesaggio nebbioso si apre davanti agli occhi di chi ascolta, il vapore sfibrato dalle vibrazioni dance che si stendono sopra un tappeto di fuzz. La comparsa di un virtuoso basso e dei piatti di una batteria profila qualcosa nel fumo, qualcosa che si fa sempre più grande come i colpi di synth e pelli si fanno più violenti. Ci troviamo nel mezzo di un esperimento musicale, sotto il controllo di musicisti che stanno attingendo a tutta la propria conoscenza dell’Arte per farci vivere qualcosa che ha le proprie radici nel profondo della storia della musica. Veniamo trasportati attraverso ghiacciai infranti da trapani harsh e nuvole intessute dalle chitarre più drone, fino all’allucinante epilogo che, nell’eterno ritorno preannunciato dalla traccia d’apertura, mima l’inizio del brano.
I Ruinas, presentandosi come una delle solite buone-formazioni-grind, riescono a rendere quasi iconico un brano che molto probabilmente passerà nel dimenticatoio, relegato ad essere la traccia da un quarto d’ora dell’ennesimo album deathgrind. Ionico perché, in quell’esatta posizione, il lavoro acquisisce un insieme di significati e caratteristiche che mai avrebbe portato con sé se lasciato a sé stesso. E forse il fatto di essere conservato solo nel cuore di qualche appassionato, oltre che alla posizione 6 della tracklist di Resurrekzión, lo renderà ancora più prezioso e memorabile.
(Spikerot Records, 2022)
1. Eterno Retorno
2. Tormenta de Miseria y Muerte
3. Último Vector
4. Resurrekzión
5. Ex Putrefaktio
6. Lázaro