Non si sa molto dei francesi Klymt. La band di Rouen appare sul mercato discografico circa dieci anni fa con un lavoro, Hear the Chief Moo Downtown, che già mette in luce i caratteri distintivi del trio: un post-punk fortemente imbastardito da elettronica, EBM, freddo e glaciale perché debitore anche della coldwave, ma ingentilito da melodie sintetiche dal sapore ottantiano, sebbene il mood generale sia tutto fuorché sereno e solare. In questo 2022 danno alle stampe un nuovo EP, Murder on the Beach, un lavoro che unisce suoni sghembi e allucinati dei primi Christian Death con l’industrial dei Nine Inch Nails (nei suoi tratti più armonici), non mancando di toccare certi lidi già visitati da Marylin Manson all’apice della sua carriera. Per chi scrive le sei tracce componenti questo album hanno ricordato a più riprese anche gli Indochine e il loro capolavoro Paradize, soprattutto per il ricorso smodato ma assolutamente piacevole a suoni e atmosfere anni Ottanta e per l’amore verso la darkwave (e coldwave) più spontanea e pura. Insomma, tanti ingredienti che, per fortuna, riescono ad armonizzarsi al meglio.
Prendete “Analogue Bastard”, posta in apertura e forse il brano migliore: gelida e pulsante come la migliore e più oscura wave, dotata di tastiere sporche e grasse debitrici dei NIN più sintetici, e una voce lontana, suadente ma allo stesso tempo spettrale, a tratti non dissimile da certe interpretazioni di Sirkis. Nella seconda metà le atmosfere si fanno ancora più pesanti grazie a bassi sintetici e, di nuovo, alle tastiere che assieme alle chitarre tagliano e feriscono come rasoi: rimane inalterata la straniante melodia di fondo, che c’è e non c’è, minimale ma assolutamente coinvolgente. Le successive “Blind Fish”, “Mood” e “Blue Song” si concedono più al fascino dell’EBM lasciando però inalterata quella sensazione di freddo che permea tutto il lavoro, mentre restano forse un gradino sotto i restanti pezzi, che di fatto chiudono un lavoro in generale ben riuscito e a parer di chi scrive convincente nonostante il minutaggio esiguo.
I Klymt si meritano di essere ascoltati e scoperti, soprattutto dagli amanti della wave più oscura (nelle sue versioni “dark” e “cold”) e da chi è affascinato dalle ritmiche pulsanti dell’EBM. E in generale Murder on the Beach si configura come l’EP ideale per entrare nell’algido mondo dei transalpini: forse maggiormente dedito all’elettronica rispetto ai precedenti lavori, si caratterizza però per un’ottima accessibilità ed una capacità di conquistare grazie a un mix intelligente di melodia e atmosfere vagamente inquietanti ma assai suggestive.
(Atypeek Music/KdB Records/Anesthetize Prod./Araki Records/Postghost Recordings, 2022)
1. Analogue Bastard
2. Blind Fish
3. Mood
4. Blue Song
5. Stay at the Bottom
6. Murder on the Beach