Bernardino Zapponi disse che per fare un buon thriller bisogna scrivere di un killer che non uccide con la pistola perché sono in pochi gli spettatori che hanno l’esperienza di un proiettile in corpo; si deve fargli rammentare l’urto contro uno spigolo, l’ustione da acqua bollente, un semplice taglio da coltello. In questo modo nasce un capolavoro come Profondo Rosso, perla del cinema italiano che ha come caratteristica l’empatia dello spettatore nei confronti dei modi in cui muoiono i personaggi. Allora come può uno spettatore empatizzare con un astronauta che va alla deriva nel vuoto cosmico in un ipotetico film di fantascienza? È semplice, deve aver ascoltato almeno un paio di volte Disharmonium – Undreamable Abysses degli imperscrutabili Blut Aus Nord.
I Blut Aus Nord sono noti per essere capaci di sonorità ultradimensionali. Disharmonium… non è solo un disco di musica cosmica, si spinge decisamente oltre, facendola provare addosso a chi ascolta grazie a una quantità di piccoli dettagli che messi insieme formano un enorme marasma alieno. La ripetitività ossessiva di certe ritmiche, i synth disarmonici… tutto è lì in funzione dell’esistenza di una creatura di cui non si conoscono le fattezze perché troppo strana per essere analizzata. È pazzesco pensare che fino all’uscita di questo lavoro Hallucinogen potesse sembrare il picco più alto che la band francese avrebbe mai raggiunto, un picco altissimo, ma Disharmonium… tocca dei punti che è impossibile comprendere subito, al primo ascolto. Quelle chitarre riverberate al massimo che si disperdono per tutto il disco non fanno pensare a uno strumento musicale, ma a quello che gli astronomi hanno scoperto essere l’effettivo suono del cosmo. Non penso basterebbero mille parole per descrivere questo album, basti sapere che questa è la più esemplare lezione su come black metal, industrial, ambient e musica cinematografica possano convivere nella stessa creatura, seguendo una precisa direttiva, quella della sperimentazione e dell’esplorazione sonora. Certo alle orecchie di chi non è pratico un lavoro come questo può sembra confuso e fin troppo stratificato fino a rasentare la complicatezza assoluta, ma così non è, necessita molti ascolti senza dubbio, ma è certo che qui siamo di fronte a della maestria totale in cui la poetica è a vette quasi inarrivabili.
Un disco enorme ovviamente, non stiamo parlando di una robetta, qui c’è del lavoro titanico e ogni volta che sento qualcosa di nuovo dei Blut Aus Nord non posso fare a meno di pensare a ogni volta che ho sentito qualcosa di nuovo dei Midnight Odyssey o di Les Chants du Hasard, altro genietto inarrivabile che assieme ai Blut Aus Nord continua a far vibrare nel cervello di molti l’impressione che i francesi abbiano la chiave per rivoluzionare il black metal fino alle radici.
(Debemur Morti Productions. 2022)
1. Chants Of The Deep Ones
2. Tales Of The Old Dreamer
3. Into The Woods
4. Neptune’s Eye
5. That Cannot Be Dreamed
6. Keziah Mason
7. The Apotheosis Of The Unnamable