Otto anni di assenza sono tanti, eppure ecco ricomparire come un fulmine a ciel sereno i genovesi Temple Of Deimos, trio guidato dal leader e chitarrista Fabio Speranza, che arrivano alla terza uscita discografica chiamata Heading To Saint Reaper e uscita grazie alla Argonauta Records. La band nata nel 2006 è sempre rimasta fedele ad un certo stilema, ovvero lo stoner rock robotico figlio dei Queens Of The Stone Age che mise solide radici nel debutto omonimo per poi cominciare ad inglobare altre influenze nel secondo disco (Work To Be Done) che andassero oltre nomi come Kyuss o Red Fang.
In effetti ci sono dei cambiamenti in questo album ma sarebbe più opportuno parlare di miglioramenti in primis per una produzione modello bomba atomica che mette in risalto in maniera ottimale gli strumenti e soprattutto vengono fuori dei muri di distorsione epici ben evidenziati nell’opener “Deadly Lines” con i suoi riff meccanici e la particolare voce melodica di Fabio, uno dei punti di forza del gruppo. Si prosegue con le ritmiche saltellanti contenute in “Deflagration Deal” (dal groove trascinante) per poi salire su una macchina diretta verso deserti allucinati imbracciando una chitarra southern (“Bad Time Choices”). Lo stoner psichedelico si unisce al grunge per creare un ibrido affamato dove la sezione ritmica è davvero scatenata e compare addirittura un piano lanciato a tutta velocità (“Elvis Aaron Stoner” con il suo giro chitarristico spacca montagne). Il trio è coeso e deciso sia nelle derive lente e cupe (“Saint Reaper Waltz”), nei duri assalti all’arma bianca (“Melancholia”) o nelle mitragliate rock’n’roll sporche (“Charlie Song ( Thirteen Times Yeah)”) dove le vocals sono sempre più allucinate. Il disco trasuda varietà sempre immersa nella potenza e nella rocciosità della sezione ritmica e dei tonanti giri chitarristici provando anche ad immergersi in atmosfere simil orchestrali (la storta e schizzata “Gianni”) ed omaggiando gli Yawning Man con “Yawning Girl” ma tirando su una versione più post-rock con un lavoro chitarristico più liquido.
Un lavoro maturo, probabilmente il migliore dei Temple Of Deimos e c’è molta curiosità per saggiare i brani dal vivo. Bentornati, sperando non ci vogliano altri otto anni per un altro disco.
(Argonauta Records, 2022)
1. Deadly Lines
2. Deflagration Deal
3. Bad Time Choices
4. Elvis Aaron Stoner
5. Saint Reaper Waltz
6. Melalcoholia
7. Suddenly Like a Robot
8. Charlie Song (Thirteen Times Yeah)
9. Gianni
10. Yawning Girl