Il trio del South Carolina chiamato Mnrva arriva al debutto discografico a nome Hollow che segue il già promettente EP chiamato Black Sky. Nato nel 2018, questo gruppo è una sorta di incrocio fra le asprezze vocali dei Mastodon e la distruzione chitarristica dei Melvins in salsa sludge/doom devoto alla deflagrazione sonica senza troppe influenze o contaminazioni arrivando diritti al punto con fierezza ed amorevole ignoranza.
Non si fa tempo a prendere fiato che l’enorme muro di basso ad’opera di Kevin Jennings in “Not the One” scaraventa sull’ascoltatore tonnellate di feedback assordanti su cui la chitarra costruisce dei lamenti melodici che si sciolgono in un magma di riff votati al dolore totale. Lo sludge/doom dei tre americani è corrosivo al punto giusto con vocals bellicose e declamatorie dove gli assolo arrivano direttamente dalla tradizione blues/southern più cupa. La densità della distorsione si fa fumo impenetrabile dal mood primordiale (“With Fire”) dove la chitarra solista sciorina erotismo penetrante per poi puntare al groove micidiale nella successiva “Third Eye”, un blues cavernoso dove il drumming della lady in black Gina Ercolini mena che è un piacere. Il mood più dilatato e desertico viene fuori nella lisergica “Hollow” fino alla psichedelia drammatica di “Befall”. La band è compatta e rocciosa, passionale e carnale e rovescia continuamente una cascata di rumore dai toni apocalittici (i giri chitarristici di Byron Hawk in “Black Sky” sono la ciliegina sulla torta) per poi perdere qualche colpo sul finale, prima con il monolite un po’ inspido a nome “No Solution” e poi con la fiacca “The Way” che fanno calare leggermente le quotazioni.
Rozzi, sporchi e dannatamente piacevoli. Un disco che non salva la vita, non la cambia ma la renderà sicuramente meno stressante.
(Black Doomba Records, 2022)
1. Not the One
2. With Fire
3. Third Eye
4. Hollow
5. Befall
6. Black Sky
7. No Solution
8. The Way