Sempre rischioso imbattersi nei Minipony: la formazione proveniente dall’Ecuador era già riuscita a farsi notare con il precedente Imago, un disco abbastanza acerbo, ma che metteva già in chiaro dove avrebbe portato; ovviamente ad AJNA.
Bisogna guardare ai Minipony come a un’insalatona penso io, fatta con tutto quello che si ha in frigo ed è lecito pensare che venga fuori un ibrido atroce che non mangeresti nemmeno sotto tortura, ma sarebbe sbagliato. I Minipony non sono ancora molto noti, ma basta un ascolto per capire che si ha a che fare con gente che non ha la minima idea di come si facciano le cose normalmente. Io la butto così e sembra che stia parlando di chissà quale band avanguardista e in effetti è raro sentire band così particolari. Il connubio tra technical death, djent e mathcore da vita a un microcosmo di suoni fastidiosi e irritanti, ma pieni di fascino perché è proprio in questa sua natura così poco amichevole che questo disco si rivela un lavoro estremamente interessante. Sostanzialmente è proprio per questa ruvidità pregna di dinamismo e aggressività che gradiamo tanto cose come i Dillinger Escape Plan, o mi sbaglio? Tutto il marasma è tenuto insieme o almeno amalgamato da una voce altrettanto amichevole, si parla di una sorta di delirio folle in cui parole pronunciate alla velocità della luce si alternano ad altre furiose, versi e tanta tanta labilità mentale. Una bellezza.
Questo disco non è di facile approccio, servono diversi ascolti per entrarci in confidenza, ma una volta presa coscienza del contenuto e del punto che preme, sarà difficile separarsene.
(Subsound Records, 2022)
1. •
2. IRRESPONSABLE
3. KILL LIKE A HUMAN
4. QUAGGAS
5. FILIPPO’S lULLABY
6. BREATHE
7. ••
8. SONG FOR FIONA
9. DON 18
10. SHADOW
11. •••
12. AJNA