Non è facile trovare in rete notizie del progetto Saturn’s Cross, dietro il quale si cela il canadese Sebastian Montesi. Ci siamo imbattuti per la prima volta con questo nome svariati mesi fa, quando su alcune testate web ha cominciato a girare il link a “Death Disciple”, brano tratto dal disco di esordio Praying Behind The Graves. A questo ha fatto seguito un annetto dopo This Is Going To End In Blood, lavoro che ha indirizzato ulteriormente gli sforzi artistici del Nostro verso lidi musicali che si stavano fortemente affermando proprio in quel periodo. E siamo giunti al 2022 quando la nostrana Avantgarde Music mette sotto contratto Saturn’s Cross (adesso un duo) e pubblica il nuovo Cheat Death. Ma di quale genere stiamo parlando? Coldwave algida, sintetica, illuminata dagli spettrali neon della synthwave tanto cara al primo Perturbator e ovviamente ai vari Kavinsky, Gunship e compagnia affine. Il Nostro gioca forse più di fino, rendendo se possibile ancora più freddi e distaccati i suoi pezzi e aggiungendo un certo alone “rituale” che si era un po’ perso forse con This Is Going To End In Blood ma che sembra essere tornato con il presente album, seppur bagnato dalle atmosfere che hanno caratterizzato il penultimo disco.
Cheat Death ha un problema di fondo: non sa conquistare, o meglio, non sa sorprendere. Colpa forse di sonorità spesso simili tra un pezzo e l’altro, momenti che talvolta riprendono fin troppo certe inflessioni che possiamo trovare in colonne sonore di film futuristico-distopici e già riprese con risultati più soddisfacenti dalle band citate sopra. E così abbiamo per esempio una title-track che pare percorrere sentieri già battuti da Perturbator o da un Carpenter Brut meno incline alla violenza sonora, mentre la partenza affidata a “Fasting From Mercy” poteva effettivamente aprire il sipario su qualcosa di probabilmente interessante, premessa questa parzialmente smentita dalle due canzoni successive. Variando ritmiche, stratificando i suoni, investendo i neon di una fitta nebbia umida e appiccicosa, Saturn’s Cross tenta di immergere l’ascoltatore in un’atmosfera a metà tra l’arcaico e il postmoderno, risultando però alla lunga un po’ troppo radicato sulle sue sonorità che via via si fanno sempre più impalpabili e lontane. Fanno eccezione forse una “The Prostitute’s Son” o una “You Must Honour The Pact”, due momenti che sebbene conservino le coordinate di cui sopra riescono ad aggiungere qui e là delle piccole pennellate ancora più gelide, dei synth glaciali che riescono in qualche modo a rendere le atmosfere un po’ più convincenti e stimolanti, anche se siamo lontani dal capolavoro.
Insomma, Cheat Death è un disco che soddisfa a metà. Saturn’s Cross non ha variato più di tanto la sua formula, ha solo mischiato le carte in tavola pescando da entrambi i suoi precedenti lavori per creare un album a tratti troppo impalpabile per toccare davvero l’ascoltatore e per trasmettergli appieno il gelo e il senso di smarrimento e di alienazione che la coldwave (o certa synthwave) generalmente sanno comunicare. Un peccato perché le promesse sono assolutamente buone, e siamo di fronte ad un progetto interessante che deve forse mettere maggiormente a fuoco le sue idee per poter sfondare in un panorama musicale che si è fatto rapidamente sovraffollato e un po’ saturo.
(Avantgarde Music, 2022)
1. Fasting From Mercy
2. Hell To Pay
3. Last Night We Said A Great Many Things
4. Cheat Death
5. The Violence
6. The Prostitute’s Son
7. Exit Visas
8. The Past Is Never Dead
9. You Must Honour The Pact
10. Vicious Gods Of Night