Un gradevole ritorno di due membri della storica band padovana Ephel Duath e solo per questo dettaglio c’è da aver timore di cosa si sta per ascoltare. Io stesso non ero certo, ma mi ci sono lanciato e via. Red Rot è un nuovo progetto formato da Tiso e Lorusso, ma anche da Ian Baker dei Dawn Of Ouroboros e Ron Bertrand dei Botanist; questi elementi messi insieme danno vita alla qualità vera.
Mal de Vivre, un titolo che negli ultimi tempi è diventato una filosofia delle nuove generazioni, è un disco estremo, ma nemmeno troppo; si basa su estremismi compositivi, non è infatti un lavoro di facile comprensione, in quanto dove la violenza del death metal si fa via via più viva ecco che entrano in giochi stilemi tipicamente mathcore e, un senso a dir poco spiccato per l’atmosfera. I brani sono tanti e brevi, ma quello che si percepisce è diverso, perché sia che lo si ascolti con spirito analitico che con un semplice trasporto, senza analizzare alcun ché, Mal de Vivre scorre come se fosse tutto intero. Questo è molto interessante perché nonostante i pezzi siano effettivamente ognuno a sé, pare che siano frammenti di un unico flusso sonoro. La melodia fa capolino quando meno ce lo si aspetta in brani come “Greatest Failure” o “Conversation with the Demon”, ma particolare, si tratta di melodie molto poco (o per nulla) prevedibili e si alternano a scatti d’ira assolutamente sconvolgenti. Detto questo devo riportare una cosa molto particolare che ho riscontrato: la scrittura è sì particolare e articolata, ma per qualche motivo nulla è mai in agguato e lo so che questo potrebbe essere interpretato come prevedibilità, ma no, significa solo che anziché usare un mezzo inefficace come la sorpresa, la band ha deciso di stendere tutto di fronte alle tue orecchie, e in questo modo l’album scorre mentre lo ascolti e tu godi di ogni dettaglio, senza doverlo andare a cercare. Un favore nei confronti dell’ascoltatore? Non saprei, ma di fatto a me ha fatto molto piacere e se posso permettermi, ringrazio la band come dovrebbe fare chiunque altro per questo ascolto spianato.
Acidità, melodia e violenza sono gli ingredienti di questo bel disco. E questi Red Rot teniamoli a mente perché sono sicuro che non faranno pensare con nostalgia agli Ephel Duath, per quanto ci manchino, si capisce.
(Svart Records, 2022)
1. Ashes
2. Undeceased
3. Near Disaster
4. Everlasting Creature
5. After the Funeral
6. Alpha Predator
7. Greatest Failure
8. Behind the Secret
9. Conversation with the Demon
10. Dualism
11. Emotional Neglect
12. Gruesome Memento
13. Dishonorably Discharged
14. Maelstrom
15. Dysmorphia
16. Under Attack
17. Peregrine