Quel death metal dissonante nato nel ’98 con Obscura dei Gorguts sembra creato apposta per arricchire l’hardcore più violento, appesantendolo ed intarsiandolo di cervellotiche suggestioni, tra breakdown sincopati e riff impossibili. Questo è quello che immagino pensino anche i tedeschi Abest, che il 19 agosto sono tornati a farsi sentire con Molten Husk, che unisce magistralmente i due generi.
Con l’ultimo lavoro, i nostri imboccano la strada già presa da band come Yautja e Pyrrhon, innervando il proprio hardcore con spunti noise, dissonant death e sludge. La scelta è riscontrabile semplicemente saltando da un brano all’altro di Molten Husk, passando dalla ferocia dell’opening “Through The Veins” ai rallentamenti stoner della title-track o al noise metal di “Possessor”. L’approccio di costruzione dell’album segue molto quanto riportato dai Full of Hell negli ultimi lavori: la musica sembra sparsa come vetro frantumato sul tappetto di distorsioni che sottende a tutto Molten Husk, dando quasi l’impressione che le incisive note emergano stentoree da un mare di sofferenza. L’eccellente produzione aiuta nell’intento, ritagliando lo spazio adeguato ad ogni strumento, evitando che l’album risulti un mero patchwork di generi.
Molten Husk è la presa di posizione degli Abest nel panorama estremo, il manifesto di una band dallo stile senza compromessi, di un estremismo musicale dal gusto sperimentale ed aperto ad ogni influenza. Band di questo tipo sono le più stimolanti da seguire, non sapendo mai il fan cosa attendersi dai propri beniamini, sempre pronti ad innovarsi e a superare quanto già fatto. Una gioia per il cuore, prima che per le orecchie.
(Moment Of Collapse Records, 2022)
1. Through The Veins
2. Narrative Subtracted
3. The Twitched Veil
4. Molten Husk
5. Rendition Of Truth
6. Possessor
7. Bulging Aversion
8. Through The Concrete
9. Into A Mirrored Hall
10. Cognitive Empathy
11. Obliteration