Ritorno a quattro anni dall’ottimo Existential Void Guardian per i Conan, misteriosi barbari del doom made in England più oltranzista. Con questo Evidence Of Immortality i Nostri si reinseriscono nel solco scavato prima dell’ultimo lavoro, ripulendo le sbavature stoner di quello e dedicandosi ad un doom funereo senza compromessi.
Gli scenari in cui si viene proiettati appena si preme il play di questo Evidence Of Immortality sono quelli a cui i Nostri ci hanno così piacevolmente abituati: nebbiose brughiere e fetidi acquitrini, in cui all’odore del muschio si unisce quello ferroso della battaglia che sopraggiunge. O del massacro che si è appena consumato. Dalla foschia cala la spietata ascia che è il riff portante della opener “A Cleaved Head No Longer Plots”, quadrato e massiccio, dalla produzione più pulita di quella che si tenderebbe ad associare ai Conan. Le vocals filtrate ed effettate, che arrivano da sotto le tombe dei Padri, sono però sempre quelle, e ci accompagnano attraverso l’intero lavoro. Come nei migliori lavori degli inglesi, a sezioni distese di puro “amplifier worship” si alternano quei bei riffoni grassi che fanno la gioia di tutti noi: brani come “Levitation Hoax” o “Righteous Alliance” sono a questo proposito piccole gemme da gustarsi fino in fondo.
Certo Evidence Of Immortality non è solo paesaggi suggestivi e battaglie sanguinose a suon di sei corde: verso la fine il lavoro inizia a ripetersi, e il quarto d’ora finale di “Grief Sequence” arriva ad essere quasi soporifero, facendo tornare alla mente certi pipponi alla Bell Witch o alla Old Man Gloom. Di certo c’è che i Conan oltre ad essere bellicose macchine doom sono artigiani del riff, di cui i loro album si riconfermano, una pubblicazione dopo l’altra, grotteschi e favolosi grimori.
(Napalm Records, 2022)
1. A Cleaved Head No Longer Plots
2. Levitation Hoax
3. Ritual Of Anonymity
4. Equilibrium Of Mankind
5. Righteous Alliance
6. Grief Sequence