Seguaci di quel cattivissimo death/sludge di cui gli Iron Monkey sono i padrini, gli americani Coffin Torture escono a inizio ottobre col secondo full length Blennoid, marcio e brutale come poche cose sentite quest’anno. La perfetta unione tra doom, sludge e death metal, a realizzare un fatale massacro musicale perpetrato a colpi di riff e accetta tra le paludi del profondo sud statunitense.
L’album apre con il riff marziale di “ÜKHSEN UUL”, scandito da un solenne lavorio dietro le pelli e intervallato da rapidi passaggi dietro i piatti, a dare un retrogusto hardcore al tutto. Ma Blennoid è molto più di un becero accrocchio di giri di chitarra distorta: con l’inizio bluegrass della successiva “BUDO” ci ritroviamo immersi fino alle ginocchia in un filaccioso pantano, in cui l’incedere cadenzato e spietato della musica non fa che allungare l’agonia della carne. I Coffin Torture evocano, con le vocals agonizzanti e i gonfi suoni massicci, le stesse atmosfere del capolavoro Hippie Killer dei colleghi Bongripper: le sventagliate di “CRAWLING SPLEEN”, il riffing sincopato della title-track o il lento incedere di “YATEVEO”, che fa implorare per un colpo di grazia che non arriverà mai, generano una cappa di malessere infido e provinciale, un clima mefitico in cui il cervello può iniziare a decomporsi anche nel cranio più equilibrato. Una magistrale unione tra il doom dei già citati Bongripper e l’americanissimo sludge, che rifiuta gli ornamenti del cugino snob inglese, di Acid Bath e Fistula, a dare un’interpretazione del tutto personale del metallo estremo.
Che sia a causa della puntura di una zanzara infetta o di una fucilata in testa sparata dal vicino schizoide, la morte arriva per tutti e i Coffin Torture non hanno paura di dirci che tra quel momento ed ora non ci sta nulla di bello. La bellezza (se così vogliamo chiamarla) di Blennoid è nella spietatezza con cui il duo sa evocare sia l’atmosfera mefitica della propria terra e del concept di sludge tutto, sia nel senso di fatalità e terrore che i nostri sono capaci di creare ed instillare, consacrandosi a maestri del genere.
(Sludgelord Records, 2022)
1. ÜKHSEN UUL
2. BUDO
3. CONFESSOR
4. CRAWLING SPLEEN
5. BLENNOID
6. YATEVEO