Che bella e inaspettata sorpresa i Lisieux! Il quartetto viene da Tolosa e con questo Abide! ci offre una versione riveduta, corretta ed arricchita di quanto già proposto con ottimi risultati nell’esordio Psalms Of Dereliction. I Nostri si inseriscono in larga e semplificata misura nel filone del dark–folk, ma anche solo un frettoloso ascolto di questo album può essere sufficiente per capire quanto questa classificazione possa essere riduttiva. Se le cadenze rimandano a certe cose dei Dead Can Dance o dei Death in June, sono altresì innegabili i collegamenti ai Cocteau Twins, al dream pop, ai Cranes, uniti a un alone medievaleggiante, arcano, quasi sacrale e monastico, che permea tutto il lavoro costituendone di fatto lo sfondo di un arazzo sul quale la splendida voce di Cindy intesse trame di assoluto fascino.
Nove brani, nove viaggi ipnotici e avvolgenti, con una partenza a bomba affidata “Révolution”, un pezzo che parte solenne e memore di “Genesis” dei francesi Justice, per poi evolvere subito in una marcia dai connotati a metà tra il neo-folk marziale, polveroso e innervato di un certo misticismo, che già ci presenta in forma smagliante la voce della cantante, dal tono fanciullesco e cantilenante non lontano, a tratti, da certe cose fatte da Alison Shaw. La successiva “Lys Noirs” introduce anche un certo lirismo autunnale tipico dei Les Discrets, soprattutto per quanto riguarda le progressioni melodiche della chitarra acustica: un aspetto questo che ricorrerà spesso in Abide!, soprattutto quando i Nostri decidono di alleggerire un po’ le atmosfere e cambiare toni. Ma è innegabile che il cavallo di battaglia dei Lisieux siano le sfaccettature ancestrali e medievali, nelle quali l’oscuro dark-folk si unisce ai drone e a tonalità marziali e declamatorie per tratteggiare scenari quasi da apocalisse (come potevano immaginarsela i nostri antenati dell’anno Mille): in questo senso lo sconosciuto progetto dark ambient/dungeon synth Mors Certa (Seattle) può venirci in aiuto, con sonorità assolutamente similari. E a cavallo tra la faccia acustica e quella dark-folk abbiamo il delizioso dream-pop di un brano come “Herb Harp”… Ma attenzione al suo crescendo, da brividi nella sua seconda parte così maestosa e solenne. Abbiamo di fatto citato un po’ tutti gli ingredienti che potrete incontrare ascoltando Abide!: i Lisieux sono stati perfetti nel miscelarli sapientemente nelle nove canzoni che lo compongono, creando un disco che di fatto non ha punti deboli, solo pezzi dalle atmosfere in grado di conquistare e stregare sin dal primo ascolto. Pensiamo alle tracce già citate, ma anche a “The Wake” e a “Chant De Fer”, che ci portano verso quella che, a voler essere pignoli, potrebbe essere l’unica vera e propria caduta di stile di questa opera, ossia la conclusiva “Inner Hero”. Una canzone ben fatta sicuramente, ma dal mood un po’ troppo arioso e leggero, che di fatto cozza con l’alone sacrale e ancestrale che era stato innalzato dai Nostri con i brani precedenti. Un crescendo corale, gioioso, una rinascita musicale quasi, con la quale i francesi concludono in levare un album che, onestamente, se fosse stato concluso con l’ottava traccia sarebbe stato perfetto. Ma lo ripetiamo, è davvero una piccolezza dovuta per lo più ad una opinione personale, alla fine non muta di una virgola il parere che ci siamo fatti di Abide!, ossia quello di un album eccelso, denso emotivamente, ammaliante e coinvolgente, fresco e dinamico nell’unire sonorità disparate che però, di fatto, hanno davvero molti punti in comune.
Un plauso a questi ragazzi, e un invito a dare un ascolto a questa opera, ennesima gemma di un 2022 musicale a parer di chi scrive denso e ricco di uscite interessantissime.
(Throatruiner Records, 2022)
1. Révolution
2. Lys Noirs
3. Deluge
4. Herb Harp
5. Abide!
6. The Wake
7. Chant De Fer
8. Haut-Beffroi
9. Inner Hero