È il 2017, quando i Black Mirrors debuttano con l’EP autoprodotto Funky Queen, che permette loro di attirare l’attenzione di diverse label europee. Alla fine la spuntano gli austriaci della Napalm Records, etichetta che dopo un avvio quasi esclusivamente dedicato al black metal, ha saputo reinventarsi nel corso degli anni. È subito folgorazione, con l’uscita di Look into the Black Mirror l’anno seguente che permette ai Nostri di iniziare a farsi conoscere. A distanza di quattro anni ecco tornare il quartetto belga capitanato dalla carismatica Marcella Di Troia con un album che, guardando al passato della Napalm Records, mai avrei pensato di vedere.
Tomorrow Will Be Without Us è l’album della maturità artistica, che ci consegna un gruppo perfettamente consapevole delle proprie capacità, versatile, intelligente e attento a quello che accade nel quotidiano. Concettualmente è una critica spietata e feroce alla società contemporanea sempre più orientata verso un consumismo suicida che ci ha portato verso una fine che appare segnata. Molto vicini a tematiche ecologiste, i Black Mirrors gridano quel dolore che non può che essere anche il nostro nel vedere il pianeta in fiamme.
Da un punto di vista sonoro l’album è un mix interessante di sonorità che si rifanno agli anni Novanta. Una personale rielaborazione di quelli che sono stati i loro ascolti adolescenziali, perfettamente contestualizzati nel nuovo millennio. C’è chi lo ha definito, forse troppo frettolosamente, un album “grunge”. Definizione che lascia il tempo che trova, essendo quel grunge un movimento più ideologico che non musicale, vista la netta differenza tra le realtà di quegli anni nell’ovest degli States. Io non riesco a cogliere nulla dell’alienazione personale e dell’istinto suicida dei primi anni Novanta. Credo invece che si debba andare a ricercare altrove la matrice sonora dei Black Mirrors di Tomorrow Will be Without Us, in un riuscitissimo mix di garage blues e psichedelia acida che guarda al tempo stesso a Queens of the Stone Age e Radiohead. Contrariamente a quanto dice il titolo dell’album, in futuro sentiremo parlare ancora a lungo dei Black Mirrors.
(Napalm Records, 2022)
1. Snake Oil
2. Lost In Desert
3. Tomorrow Will Be Without Us
4. Hateful Hate, I’ll Kill You
5. Ode To My Unborn Child
6. Through The Eyes Of A Giant
7. Collapsology (Raise Your Voice) feat. Alain Johannes
8. Anthropocene
9. Tears To Share
10. Say It Again