Arrivo con colpevole ritardo all’impatto con Veti e Culti, secondo album de Le Pietre Dei Giganti, realtà fiorentina di cui mi ero perso (anche) il debutto del 2019 Abissi. Ritardo che non mi impedisce però di guardare al disco con interesse e attenzione, attirato anche dall’intrigante, imponente e misteriosa figura di copertina, opera di DEM, “moderno alchimista delle arti figurative in costante bilico tra elementi naturali e spirituali”.
L’album mostra un deciso passo avanti rispetto al passato, frutto di maggiore consapevolezza nei propri mezzi, e riferimenti “colti” ad una psichedelia progressive degli anni Settanta, dosati però con intelligenza e ingegnosa perizia, distanti dalla facile voglia di strafare che spesso si riscontra in giro tra tutti coloro che citano influenze, quando dovrebbero parlare di plagi. Possiamo senza dubbio inquadrare Veti e Culti come un album che guarda alla ritualità concettuale, riuscendo a tradurla in musica, attraverso una scelta a livello di testi e di tematiche che denota grande eleganza.
Tra atmosfere oniriche che (ci) conducono in un percorso di ricerca a cavallo tra sacro e profano, il disco si pone come ipotetico ponte sonoro tra il mondo che viviamo e quello ultraterreno, e lo fa grazie ad una varietà di suoni cangianti e ricercati, che riescono con la loro diretta semplicità a rompere il legame con il mondo contemporaneo, riportandoci, da un punto di vista strettamente sonoro, ai migliori anni della musica italiana di rottura tra i Sessanta e i Settanta. Tra le caratteristiche che più emergono dall’ascolto non possiamo non citare la componente che mescola occultismo ed esoterismo visionario, mostrando una giusta e doverosa ambizione, e che ci sentiamo di sposare in toto. Soprattutto perché dimostra come si possa cantare in italiano senza perdere di intensità e profondità, anziché scimmiottare l’inglese scolastico. Un album che non esitiamo a definire “evocativo”, figlio di un modo di pensare la musica ormai desueto, ma per nulla dimenticato o privato del suo valore.
(Overbud Recordings, 2022)
1. Foresta I – Un buio mattino
2. Foresta II – La bestia
3. (tema)
4. Foresta III – L’ultimo crepuscolo
5. Veti e Culti
6. Ohm
7. Polvere
8. Piombo
9. Quando l’ultimo se ne andrà