Da Ottawa, Ontario, non poteva che arrivare un album glaciale in tutti i sensi. Lassù, dove l’inverno scende sempre a livelli artici il cuore nero del metal estremo si scalda con realtà come They Grieve, combo post-metal drone dalle forti connotazioni doom che ha appena fatto uscire il suo terzo album To Which I Bore Witness tramite Silent Pendulum Records.
Il duo formato da Gary Thibert (chitarra, basso, voce) e Deniz Güvenç (batteria, synth, piano, voce) ha realizzato un album intensamente e fortemente emotivo, a tratti quasi monolitico, ma che al tempo stesso risulta decisamente dinamico. Nello sviluppo dei sei brani di cui si compone, To Which I Bore Witness trasuda pesantezza con il suo soffocante incedere che sembra voler sottomettere l’ascoltatore fino a renderlo inoffensivo. Grazie anche a un sound che trascina in lande desolate dove il ghiaccio da vero padrone cristallizza ogni nostra emozione, in nome di una decadenza morale ormai dilagante.
Un album dove non c’è spazio alcuno per i buoni sentimenti. Dove la speranza non alberga e non potrà mai mettere radici. Un album che preclude ogni cosa, in vista di una chiusura totale che sublima una depressione cosmica inarrestabile. È come se stessimo sprofondando nelle sabbie mobili e, consapevoli sia della nostra impotenza che dell’impossibilità di poterne uscire, non avessimo alternativa alla lunga e lenta attesa della morte. Il loro unico intento è quello di condividere la loro tristezza con noi che ci accingiamo ad ascoltarli. In estrema sintesi possiamo riassumerlo come un album che, se paragonato ai precedenti, fornisce una profondità a livello sonoro con l’inserimento di una componente elettronica, che per quanto possa risultare minimalista, rivela grande spessore compositivo, proprio perché riesce a colpire duro senza ricorrere a soluzioni tanto intricate quanto sterili.
(Silent Pendulum Records, 2023)
1. Wither
2. Under the Weight
3. If Light Should Appear
4. To Which I Bore Witness
5. Guided
6. Weakness