Chi bazzica in questa zine e legge le recensioni del sciagurato sottoscritto forse si ricorderà di quei pazzoidi dei PoiL, band francese che diversi anni fa collaborò con i Ni creando un mostro prog/jazz in grado di mandare in tilt chiunque (qui la recensione). Tanto per rincarare la dose, la band torna a scuotere gli animi con una nuova featuring ovvero chiamando alla propria corte la musicista e narratrice (principalmente nell’ambiente delle storie epico/medioevali) giapponese Junko Ueda, abile sia nella voce che nel liuto. Questo nuovo progetto si chiama PoiL Ueda e l’omonimo album (PoiL Ueda) nasce con l’intento di unire due universi secondo i principi del “Ma (間),” ovvero il miscuglio di questi due elementi in perfetta armonia. Il primo universo è quello del quartetto francese PoiL, quello immerso in un cosmo di follie sonore mentre l’altro è quello tradizionale ed antico di Junko.
L’album si divide principalmente in due sezioni. La prima è composta dalla suite divisa in tre parti “Kujô Shakujô”, un canto liturgico buddista praticato dai monaci per allontanare gli spiriti maligni. “Kujô Shakujô – Part 1” inizia onirica e cerimoniale; le vocals eteree si uniscono ad un tappeto di elettronica e tastiere fino a creare un affresco psichedelico che si evolve in un turbine di rumori ambient disturbanti ed un andamento quasi drone. Proseguendo poi con “Kujô Shakujô – Part 2”, la musica si fa ritmata ma sempre ancorata alla tradizione orientale soprattutto nelle melodie che sfociano poi in un coro tribale e sciamanico colmo di aspro fragore e pieno di suoni, ma sempre ancorata ad una tradizione orientale. La pura follia arriva con “Kujô Shakujô – Part 3” dove le melodie si fanno stridenti, le ritmiche cervellotiche e gli strumenti divengono storti e alieni. Si crea così un ibrido prog/folk dai toni futuristici che si contorce continuamente su sé stesso preparando il terreno per la seconda sezione dell’opera ovvero “Dan No Ura 壇ノ浦の戦い”, che narra della battaglia navale Dan No Ura, un evento importante e decisivo nella guerra Genpei. Tale battaglia fu combattuta il 25 aprile 1185 nello stretto di Kanmon e segnò la distruzione del clan Taira (Heike) e l’inizio dell’egemonia Minamoto (Genji) sul Giappone. Non ci si aspettino comunque delle gentili concessioni all’easy listening dato che il suono si fa ancora più chiuso ed elaborato. “Dan No Ura 壇ノ浦の戦い – Part 1” trasporta l’ascoltatore in un mix di math-rock, folk giapponese e free jazz che piano piano diventa un magma informe e prende le sembianze di un demone assetato di distruzione. Il cantato diventa sempre più ermetico, una nenia claustrofobica e gli strumenti creano un mood deviato ed alieno pronto ad accogliere le violentissime bordate elettroniche alla Perturbator che arrivano poco dopo. “Dan No Ura 壇ノ浦の戦い – Part 2” è un nerissimo folk che chiude le ostilità senza concedere premi o appigli.
Un nuovo tassello enigmatico e fruibile solo a chi avrà pazienza, molta pazienza.
(Dur Et Doux, 2023)
1. Kujô Shakujô – Part 1
2. Kujô Shakujô – Part 2
3. Kujô Shakujô – Part 3
4. Dan No Ura 壇ノ浦の戦い – Part 1
5. Dan No Ura 壇ノ浦の戦い – Part 2