Avere a che fare con TERMINAL, il progetto dei norvegesi Pål Salvesen e Jake Leyland, può essere un’esperienza difficile da digerire ma appagante se si riesce a inquadrarne la corretta chiave di lettura. E le informazioni di presentazione del disco aiutano fino ad un certo punto: troppi sono i riferimenti ad altre band o generi anche disparati, troppo enigmatica la proposta dei Nostri da permetterne un semplice inquadramento.
Possiamo tranquillamente parlare per questo R.A.T.S di “post-“: post-industrial, post-metal, post-black metal, post-punk, post-sludge: il duo è stato geniale nel prendere un po’ di questo, un po’ di quello, per creare una miscela dalle tinte notturne, fredde, urbane, sporche, inquietanti e criptiche. La copertina in questo senso è perfetta nel tratteggiare scenari apocalittici e innaturali, messi in musica in maniera egregia: ascoltate “Severed Soul” e il suo incedere tormentato (vagamente à-la Amenra) e non tarderete a farvi catturare dalle trame sinuose e graffianti che si sposano con le ritmiche martellanti e tortuose. In “The Path” appare invece il lato post-punk dei TERMINAL, che a tratti ci ricorda qualcosa dei (DOLCH), anche loro maestri nella fusione dei generi: una relativa calma in questo brano, che cozza con l’aspro e abrasivo black metal che, dal nulla, scaturisce dalle trame di “The Seer”, per un’esplosione sonora di gran pathos; la title-track invece ci offre un po’ di respiro con un’atmosfera generalmente più aperta e ariosa (ma non fatevi ingannare perché anche in questo caso ci saranno sorprese). Il disco procede così, alternando generi e umori, ma senza commettere passi falsi: forse, se si vuole essere un po’ pignoli, l’acuto dal sapore quasi heavy metal nella seconda metà di “Network of Desire” poteva essere evitato, ma sono piccolezze che per nulla vanno ad inficiare il giudizio globale di R.A.T.S.
I TERMINAL, ne siamo certi, genereranno pareri discordanti con questa loro fatica, ma dedicando il giusto tempo e attenzione all’album siamo riusciti ad entrare nel mood che i Nostri hanno voluto veicolare, e possiamo dirvi che ne siamo rimasti affascinati e stregati. Vale la pena dunque intraprendere un viaggio nei tortuosi e inquietanti labirinti musicali di R.A.T.S? Sì, decisamente.
(Trepanation Recordings, 2023)
1. Severed Souls
2. The Path (feat. Pia Isaksen)
3. The Seer (feat. Pia Isaksen)
4. R.A.T.S (feat. Pia Isaksen)
5. Network of Desire (feat. Agnete Kirkevaag)
6. Breathing of the Earth
7. Lost Embrace
8. Dirge for Neptune Avenue (feat. Pia Isaksen)