Nati nel 2015 e con all’attivo due full e due EP, i Dawn Ray’d si sono sin da subito distinti per una natura intransigente, rabbiosa ma al tempo stesso malinconica, melodica ma anche travolgente, unendo il black metal al folk sotto la bandiera dell’antifascismo, della lotta di classe (prima) e del fiero nichilismo (più recentemente). Le radici musicali del loro precedente progetto We Came Out Like Tigers, che vi consigliamo caldamente di recuperare, sono rimaste bene o male le stesse, ma ad esse sono stati aggiunti via via altri strati sonori che hanno arricchito la ricetta del trio.
Questo 2023 vede il loro gradito ritorno con un album, To Know the Light, che sembra voler imprimere una svolta allo stile degli inglesi. Non che i cambiamenti siano radicali, ma si ravvedono sensibili innovazioni che trasmettono la volontà dei Nostri di non volersi fermare e di voler guardare sempre avanti. Quanto detto si traduce in uno spazio maggiore concesso alle voci in pulito e al lato più prettamente “folk” e tradizionale, che ha sempre fatto parte della miscela sonora dei Dawn Ray’d ma che stavolta sembra essere davvero rilevante, sia nel ruolo di intermezzo melodico a voler placare la furia del black, sia come vero e proprio protagonista di interi pezzi. Sarebbe in tal senso interessante vedere questi ragazzi alla prova con un disco interamente acustico, con un’operazione simile a quella fatta alcuni anni fa dai loro connazionali Winterfylleth: i risultati potrebbero stupire molti. Scendendo nel dettaglio di To Know the Light possiamo intravedere i piccoli cambi di cui sopra sin dal primo brano, “The Battle of Sudden Flame”, che a fronte di una struttura ormai canonizzata vede l’uso delle voci pulite in appoggio e sostegno allo scream, con il risultato che il pathos e il livello di coinvolgimento aumentano esponenzialmente. “Ancient Light”, primo singolo estratto, ha proprio tutta la parte centrale dedicata alle clean vocals, mentre bisogna attendere la quarta traccia, “Requital” per trovare il primo estratto interamente acustico (e forti sono gli echi dei Lankum, non a caso uno dei gruppi di riferimento per i Nostri). Non solo scream e voci pulite ma anche growl: ne troviamo i primi esempi in “Sepulchre (Don’t Vote)” ma è con “In The Shadow of the Past” che viene usato in maniera maggiore, una canzone dall’incedere quasi doom che a voler essere onesti appare forse come il momento più debole del lotto (nonostante il violino tratteggi scenari di indubbio fascino e malinconia). Il disco si avvia verso la fine con gli ultimi tre brani, “Freedom in Retrograde”, altro pezzo squisitamente folk (in precedenza avevamo avuto un altro assaggio dell’ormai assodata bravura dei Nostri con “Cruel Optimisms”), “Wild Fire”, la cui coda ha un fascino dimesso e cinico davvero irresistibile, e “Go As Free Companions”, degna chiusura di un lavoro che trasuda passione e cuore in ogni suo minuto.
To Know the Light rappresenta la consacrazione dei Dawn Ray’d, assumendo al contempo anche i connotati di un momento di transizione e mostrando la voglia da parte del trio di non radicarsi e di evolversi ulteriormente. Consigliato, assolutamente.
(Prostethic Records, 2023)
1. The Battle of Sudden Flame
2. Ancient Light
3. Inferno
4. Requital
5. Sepulchre (Don’t Vote)
6. Cruel Optimisms
7. In The Shadow of the Past
8. Freedom in Retrograde
9. Wild Fire
10. Go As Free Companions