È passato del tempo dall’ultima volta che gli Obelyskkh hanno pubblicato qualcosa. Era il 2017 quando usciva The Providence, ma l’attesa del nuovo arrivato è stata più che ammortizzata dalla soddisfazione.
La band tedesca è tornata con una solida maturità; certo, non che in passato abbiano lasciato a desiderare, questo mai, però ci sono state molte migliorie, anzitutto sul reparto compositivo: i brani risultano decisamente più bilanciati che in passato fra la pesantezza delle soluzioni e il carattere ipnotico della proposta dei tre. C’è anche un rinnovato dinamismo che intercorre tra le sezioni dei brani singoli, ma è stata allo stesso tempo adoperata un certa qual semplicità che fa risultare il tutto particolarmente efficace soprattutto nelle parti cantate. Ma non c’è di che preoccuparsi, nelle parti senza voce la bizzarria che li caratterizza è rimasta intatta. Il disco riprodotto per intero potrebbe stancare l’ascoltatore per via della veemenza con cui la band colpisce pachidermicamente, è vero, ma gli Obelyskkh non sono noti per non essere ostici, e allora alla luce di questo va detto che non si tratta di un ascolto immediato, tutt’altro: in pezzi come “Aquaveil” o “Afterlife” viene messa a dura prova la resistenza di chi ascolta soprattutto a mantenere alta l’attenzione per tutto il tempo, perché basta davvero poco a lasciarsi scivolare questo disco come l’acqua sulla pelle. Ma andando avanti nell’ascolto ci si può render conto di quanti bei momenti di pura alienazione può regalare The Ultimate Grace Of God.
Si tratta di una sfida. Consiglio di accettarla e cercare di vincerla, se ne trae solo beneficio.
(Exile On Mainstream Records, 2023)
1. Aquaveil
2. The Ultimate Grace Of God
3. Black Mother
4. Afterlife
5. Universal Goddess
6. Gog Headed God
7. Sat Nam [Vision]