Alzi la mano chi si ricorda di Tir! Per i più smemorati, Tir è un compositore turco (ma residente in Australia) che ha avuto un discreto successo nel 2019 con Urd, Skuld & Verdandi, tracciando un percorso molto personale e che si collocava più o meno in una terra di mezzo tra neofolk e dungeon synth. Il buon responso di pubblico ha indubbiamente concesso al musicista molto spazio creativo, che lo ha portato se vogliamo in una condizione ancora più matura e personale, concedendogli anche qualcosa in termini di sperimentazione. L’ultima fatica di Oytun Bektaş si chiama Awaiting the Dawn.
Intendiamoci, questo disco è 100% Tir ed è il “solito” disco a cui ci ha abituato il compositore turco. Ma attenzione a vederci un difetto in questa frase: tutt’altro, è un complimento. Quello che ci possiamo aspettare è una musica ispirata ai grandi del genere, come gli Ulver di Kveldssanger, ai maestri Vali o ai finnici Tenhi. Quindi non potrebbe andare meglio di così, in termini di influenze. Quello che troverete in Awaiting the Dawn è musica per un bellissimo viaggio mentale, che cerca un intreccio tra romanticismo e misticismo. Non a caso l’album è stato prodotto da Markus Stock degli Empyrium, grande intenditore di entrambe le declinazioni in musica. Dal punto di vista dei contenuti il disco è quasi del tutto strumentale, eccezion fatta per qualche intermezzo vocale, e si regge completamente sul dialogo tra chitarra e pianoforte. Le atmosfere sono intensissime, solenni e melanconiche, a conferma degli intenti abbastanza chiari di Tir, che come dichiara (citando Byron) “There’s music in the sighing of a reed; There’s music in the gushing of a rill; There’s music in all things, if men had ears; The earth is but the music of the spheres.”
Molto probabilmente l’idea di Tir è quella di creare un qualcosa di avvolgente e profondo; possiamo dire che con Awaiting the Dawn ha fatto decisamente centro. L’album in sé rappresenta un capitolo molto interessante in una discografia che non ha niente da invidiare a nomi decisamente più blasonati. Anzi, si potrebbe anche dire che nella catena di perle dell’artista turco-australiano questo è il lavoro più equilibrato. Grandi prospettive quindi, e grande apprezzamento per quanto già fatto.
(Brilliant Emperor Records, Orko Productions, 2023)
1. C’est La Fin (part 1)
2. Where Shadows Dance (part 2)
3. The Mists of the Eternal Meadow
4. In the Essence of Dying
5. A Letter Hooked to the Cloud
6. Threads of Time
7. An Unspoken Lament
8. The Path of the Dandelion Seed
9. Farewell Ballad