Quando si tratta di black metal atmosferico, pastorale e spiritico non possono venire in mente che quelli della Naturmacht, loro sanno perfettamente cosa serve per fare certe cose. E lo sanno anche i neozelandesi Olde Throne che hanno finalmente pubblicato il degno successore di An Gorta Mór.
In the Land of Ghosts è un lavoro particolarmente evocativo all’ascolto, basta ascoltarlo la prima volta per immaginare lande desolate e una natura selvaggia e violenta, da cui scaturiscono le saghe di grandi eroi e dei, la precisione con cui sono state scritte le chitarre atte a dipingere un mondo incredibilmente arcaico è semplicemente straordinaria. Purtroppo sempre rimanendo in tema chitarre non è raro incontrare fraseggi che escono dal tempo del brano, succede di rado, ma succede, ed è vero, questi sono errori imperdonabili, ma sai cosa? Per questa volta eviterò di fare il prog snob e me ne infischierò bellamente di questo errore per quanto madornale sia, ma perché tutto il resto è veramente di gran valore. Il disco presenta anche molte fattezze riconducibili al folk, ci sono pezzi come “Isobel” e “Cliffs of Culzean” che però non sono quei pezzoni di folk black come li pensiamo solitamente, per intenderci: non stiamo ascoltando i Valuatir. Il duo qui mette insieme qualcosa che spesso sa di folk e pesca da quel lago per molte soluzioni, ma molto più spesso ci si trova ad ascoltare qualcosa che sa abbastanza di quel black puro caro alla scuola islandese, la presenza dello spettro dei Sinmara è molto concreta qui. In sostanza si tratta di un lavoro che punta molto all’impatto immaginifico, con soluzioni che tendono all’epico, ma si tratta comunque di qualcosa che sa essere feroce e caustico.
In ultime ma non per importanza: In the Land of Ghosts è uno di quei album che vanta una bellissima illustrazione di Chris Kiesling, in arte Misanthropic-Art, un artista con i contro così; inoltre c’è un apporto di ospitate semplicemente splendido che comprende nomi molto interessanti quali Stavros Stavrou, Antonio Bustabad e Pareg Ar Bagol, così, giusto per far un po’ di gola.
(Naturmacht Productions, 2023)
1. House of Dun
2. Skara Brae
3. Isobel
4. Cliffs of Culzean
5. The Curse of Alloa Tower
6. Duntulum
7. Greyfriars Kirkyard
8. KIlliecrankie
9. An Torr (Bonus Track)