Yakuza è sicuramente un nome altisonante nel panorama post-metal degli anni Duemila. Il progetto di Chicago, fin dai suoi primi vagiti, ha sempre rappresentato quasi un genere a sé stante, mescolando come nessun altro il metal, il grindcore, il jazz, il doom, la musica etnica e svariate altre influenze. Da queste premesse (molto ampie, in effetti) sono nati veri e propri capolavori come Samsara e Transmutations, che hanno permesso di iscrivere gli Yakuza all’albo delle band più sperimentali del panorama post- mondiale. Sfortunatamente nel 2012 la band si è fermata dopo due dischi un po’ sotto le aspettative, per poi ritornare solo undici anni dopo con Sutra, primo album edito con Svart Records.
Sutra ricomincia dal sentiero già tracciato col precedente Beyul, ma spingendo un po’ di più sull’acceleratore e sostanzialmente arricchendo di nuovi colori il sound. Basta ascoltare un pezzo come “Embers” per capire come gli Yakuza siano tornati a livelli davvero ottimi, ritrovando appieno quel suono meticcio che era stato la loro fortuna; la proposta si è avvicinata molto a qualcosa simile ai Mastodon (soprattutto come sinergia tra voci e chitarre) ma si è saputa modificare nel tempo arrivando a qualcosa di difficilmente inquadrabile. Pezzi come “Alice” o “Capricorn Rising” non si riducono infatti solo alle sfuriate chitarristiche che ne sono l’ovvia colonna portante, ma vengono arricchite da echi etnici, improvvisazioni jazzistiche e chi più ne ha più ne metta. John Coltrane e i King Crimson che fanno una jam session con i Dillinger Escape Plan? Gli Yakuza sono tutto questo. Sutra in particolare risulta decisamente più godibile, fluido e creativo rispetto ai precedenti lavori, facendo ben sperare per il futuro degli americani.
Futuro che in questo momento si apre a molte possibilità in effetti, in quanto la band potrebbe essere tornata al 100% oppure no. Questo ce lo saprà solo il tempo e lo sforzo che gli Yakuza ci metteranno. Inutile dire che dopo un ritorno come Sutra noi ci auguriamo davvero il meglio per la compagine di Chicago, in quanto ha sempre rappresentato un grande baluardo di mescolanza e creatività, incorporando elementi che (diciamocelo) non si sentono spesso in ambito metal. Quindi bentornati Yakuza, non scappate più.
(Svart Records, 2023)
1. 2is1
2. Alice
3. Echoes from the Sky
4. Embers
5. Capricorn Rising
6. Burn Before Reading
7. Walking God
8. Into Forever
9. Psychic Malaise
10. Never the Less