Sono stati dodici anni lunghissimi senza i Tenhi: Il collettivo finlandese infatti è dal 2011 che non si fa vivo, chiuso in un meritato letargo nelle sconfinate lande lapponi da cui proviene. Prima di allontanarsi dai principali strumenti di comunicazione però, i Tenhi ci hanno regalato delle vere e proprie gemme di neofolk moderno: dal brillante esordio Kauan, al caldo Maaäet, per giungere infine al glaciale e profondissimo Saivo. Si può infatti dire con certezza che, in un genere così manieristico e a volte autoreferenziale, i finnici svettino per atmosfere, inventiva e soprattutto personalità.
L’opera con cui la band lappone torna a deliziarci si chiama Valkama (letteralmente “rifugio”, in finlandese) e, mettendo le cose in chiaro fin da subito, è il loro ennesimo capolavoro. Questo termine non è usato con leggerezza, si intende, ma non possiamo definirlo in altro modo. Questi lunghissimi anni senza nuova musica sembrano svaniti come neve al sole, in quanto i Tenhi hanno ripreso e ampliato le loro caratteristiche peculiari e sono riusciti a confezionare un altro viaggio immersivo attraverso un mondo glaciale, incontaminato e in cui l’uomo è una piccola, piccolissima parte. In questo disco l’intento originario della band era quello di narrare l’attraversamento di Verisurma, ovvero un’isola immaginaria del folklore finlandese che accoglie i morti in battaglia, costretti a versare sangue sulle sue coste per l’eternità. Purtroppo per i Tenhi (ma pensandoci, anche per tutti noi) in questi dieci anni la realtà è diventata ancor più inquietante di questo mondo immaginario, per via delle guerre e del dolore che il genere umano di solito si auto-provoca. Fu così che i Nostri decisero di cambiare direzione, e di trattare temi completamente diversi: appunto il rifugio, la ricerca di un porto sicuro, il concetto stesso di mettersi in salvo dalla sofferenza. Questo mood è peraltro facilmente intuibile dall’artwork, in cui un oggetto non facilmente identificabile (forse un’imbarcazione, forse una bara) trasporta un defunto verso il suo ultimo viaggio. Da un punto di vista prettamente musicale, tutto Valkama si basa su composizioni ovviamente lente e minimaliste, dove di solito a fare da contraltare è la voce sussurrata di Tyko Saarikko mentre altre volte troviamo soluzioni più corali, come nelle straordinarie “Rintamaan” e “Sydämes on tiel”. L’estasi sciamanica e il senso di introspezione che pervadono il disco sono però pressoché ovunque, dall’apripista “Saattue”, a “Hele” fino alla conclusiva “Aina sininen aina”. Qualsiasi dilungazione sulle caratteristiche di ogni singolo pezzo non avrebbe però assolutamente senso, il consiglio resta quello di vivere Valkama come un’esperienza unica e profondissima, che può rapire e ipnotizzare come un incantesimo di cui siamo tutti testimoni.
La band di Tyko Saarikko sembra non essere in grado di fallire: Valkama è consigliato a chiunque voglia estraniarsi per un po’ dal mondo che lo circonda e alle sue logiche spesso malate e distruttive. Il mondo che dipingono i Tenhi è silente, calmo e regolato da meccaniche sconosciute all’uomo, e loro cercano di raccontarlo dipingendone i particolari più piccoli e la sottile armonia del “tutto” intorno a noi. Perché se l’uomo distrugge, la natura invece crea sempre. Bentornati, davvero.
(Prophecy Productions, 2023)
1. Saattue
2. Kesävihanta
3. Valkama
4. Rintamaan
5. Rannankukka
6. Laineinen
7. Hele
8. Ulapoi
9. Elokuun linnut
10. Sydämes on tiel
11. Veden elein
12. Aina sininen aina