Definire la proposta musicale degli austriaci Loather è quanto mai complesso, e in questo senso non ci aiutano nemmeno molto le note del press-kit che ci parlano di “Blackened Narcotic Metal“. Giunti all’esordio discografico dopo un paio di EP, il qui presente Eis si apre con un urlo sgraziato e straniante che subito ci ricorda i Lifelover di Konkurs: alla fine gli svedesi possono essere considerati un primo ottimo riferimento per comprendere i Loather, anche se ai secondi manca la follia cieca tipica del sound dei primi.
Nella foga con la quale questa band affronta “Ephemeral” si potrebbero rintracciare elementi tipici del blackened hardcore dei Downfall of Gaia, con i quali questi ragazzi condividono anche un certo amore per le atmosfere che crescono lente e sinuose, che opprimono, che preferiscono soffocare lentamente anziché tramortire immediatamente. Ed ecco che, alla fine, può trovare forse un senso anche la denominazione di Blackened Narcotic Metal, ma per fortuna c’è molto altro nel cupo e affascinante mondo di questo quartetto. Se la canzone posta in apertura privilegiava la velocità e le sferzate gelide, già con “Holler Your Name” si rallentano i tempi e anche il cantato vira verso un inaspettato evocativo clean, mentre rimane una costante la volontà degli austriaci di affidarsi a melodie ben studiate, orecchiabili e quasi “à-la Nachtmystium” ultimo periodo, che nelle parentesi più pacate e malinconiche ci hanno ricordato tantissimo i Mother e il loro capolavoro I (e di rimando un mood tipico “dell’Amenra-pensiero”). L’insistenza nel proporre certe linee melodiche e la volontà di ipnotizzare l’ascoltatore sono tipiche di molte strutture depressive, così come lo screaming disperato che di tanto in tanto riemerge, ma sono echi, influenze in un grande e ben congegnato gioco di rimandi che i Loather sono stati bravissimi a pensare e a portare in fondo, senza mai risultare copie di un gruppo in particolare ma riuscendo a sintetizzare un sound particolarissimo.
Se escludiamo la penultima “Lost Sight”, che forse è un po’ il punto debole di tutto il lavoro non risultando così ispirata come le canzoni che lo compongono, Eis è un album evocativo ed avvincente, che merita assolutamente la vostra attenzione. Le coordinate che abbiamo citato in questa recensione (Lifelover, Downfall of Gaia, Nachtmystium, Mother, Amenra) sono di fatto un modo per cercare di farvi capire, a somme linee, che tipo di viaggio potreste intraprendere nel caso decidiate di dare ascolto al verbo dei Loather, ma sono limitative e non rendono giustizia ad un’opera che deve essere ascoltata e vissuta dal primo all’ultimo minuto. Ogni tanto, per fortuna, si respira un po’ di aria fresca nello stagnante panorama del black metal atmosferico, ben vengano dunque lavori come questo Eis.
(Vendetta Records, 2023)
1. Ephemeral
2. Holler Your Name
3. Mortuary
4. Eis
5. Lost Sight
6. Proper Burial