Gli Incantation sono una storica ed affermata realtà death metal a stelle e strisce sulla scena mondiale da svariati decenni, motivo per cui non starò a dilungarmi in inutili introduzioni. Chi non li conoscesse già, sappia che fanno parte di quelle band extreme metal iconiche nate negli anni Novanta che hanno funto poi da modello e fonte di ispirazione per molte formazioni a venire, ritagliandosi un meritato posto nell’Olimpo del death metal. Il nuovo album intitolato Unholy Deification vede la luce a circa tre anni di distanza dalla precedente pubblicazione e ci propone l’ottima e rodata formula resa popolare dai Nostri, ovvero death metal di vecchia scuola, dalle tinte oscure arricchito da alcuni inserti pescati dal doom metal.
Una volta tuffati nell’ascolto di quest’opera verremo accolti da “Offerings (The Swarm) IV” che si lancia subito in una carica a testa bassa senza fronzoli o cerimonie; il guitar working risulta essere ben rodato ed efficace, lavorando in perfetta sinergia con basso e batteria che contribuiscono a creare questo sound monolitico senza disdegnare alcuni azzeccati cambi di tempo. “Chalice (Vessel Consanguineous) VIII” si dimostra essere un brano quadrato ove la furia iconoclasta dei Nostri viene veicolata attraverso riff dal sapore novantiano ed alcuni refrain di facile presa sull’ascoltatore e giunti a “Megaron (Sunken Chamber) VI” verremo catturati dall’intro, in cui un piano scandisce note macilente e funeree, per poi lasciare spazio ad un assalto sonoro con batteria incalzante e passaggi serrati dando vita ad una perfetta alternanza tra mid- ed up-tempo intermezzati da alcuni assoli di chitarra dal sapore old school. Sulle stesse coordinate si muovono i brani successivi sino ad arrivare a “Exile (Defy The False) II”, che sin dalle prime note ci investirà con il suo “doomy-death metal sulfureo”, grazie a riff massicci e paludosi, pattern di batteria ben scanditi ed il basso che sferza con la pesantezza di un maglio da guerra; questa commistione riesce a generare un wall of sound poderoso, spezzato da alcun violente accelerazioni, facendoci assaporare il tipico sound che ha reso famosi e riconoscibili gli Incantation durante la loro carriera.
Con Unholy Deification gli Incantation confermano lo status di “mostri sacri del death metal”. In questo disco hanno maggiormente calcato la mano su ferocia e velocità, rispetto alle parti più lente ed asfissianti, riuscendo al contempo a non snaturare il proprio sound: l’album scorre liscio come l’olio ed è grado di mantenere alta l’attenzione dell’ascoltatore sino alla conclusione. Siamo ben lieti di vedere come il combo di Johnstown non abbia perso minimamente lo smalto nonostante il passare degli anni, non resta che indossare le cuffiette ed immergersi in quest’ottimo album dedicato al metallo mortifero.
(Relapse Records, 2023)
1. Offerings (The Swarm) IV
2. Concordat (The Pact) I
3. Chalice (Vessel Consanguineous) VIII
4. Homunculus (Spirit Made Flesh) IX
5. Invocation (Chthonic Merge) X
6. Megaron (Sunken Chamber) VI
7. Convulse (Words of Power) III
8. Altar (Unify In Carnage) V
9. Exile (Defy The False) II
10. Circle (Eye of Ascension) VII