Due anni fa gli svedesi Blodet esordivano con Vision, un EP intenso grazie al quale, con sole tre tracce, i Nostri riuscivano a destare interesse grazie ad una proposta magari non unica, ma di certo non così diffusa e con risultati soddisfacenti. A suo tempo abbiamo descritto gli svedesi con queste parole: “un ideale punto di incontro tra Swans, Sonic Youth e Amenra, anche se la band che più ricorda la loro proposta è senza dubbio gli Esben and the Witch”. A due anni di distanza e con in mano il debutto Death Mother non possiamo che confermare le nostre impressioni, con magari una piccola correzione: via gli Amenra, dentro i Messa (che comunque facevano già capolino nell’EP) e i Les Discrets. Ma andiamo con ordine.
Gli Esben continuano ad essere il principale punto di riferimento per apprezzare la poetica dei Blodet, e anzi, volendo esagerare possiamo dire che Death Mother ci ripaga delle delusioni che ci hanno dato gli anglo-tedeschi con il loro ultimo Hold Sacred. Finalmente dei crescendo sontuosi e carichi di pathos, finalmente una tensione palpabile, sacra quasi, finalmente delle linee melodiche che si muovono sinuose ondeggiando tra panorami autunnali malinconici (qui i Les Discrets ed i loro bellissimi arazzi chitarristici) e imponenti cattedrali degne del post-metal più ispirato. I cinque pezzi degli svedesi si lasciano vivere con estrema facilità, e con altrettanta semplicità riescono a catturare l’attenzione dell’ascoltatore grazie a delle soluzioni che miscelano in maniera perfetta la bellissima e potente voce di Hilda Heller con il resto degli strumenti, per un viaggio a tratti anche lisergico e straniante (e qui entrano in gioco i Messa), ma indubbiamente di gran fascino. I brani migliori? Tutti, decisamente: ognuna delle cinque canzoni possiede qualcosa che ce la fa amare e che non ci permette di eleggere un preferito. E anche quando si abbandonano i percorsi vagamente naturalistici per imboccare una deriva squisitamente post-punk (la conclusiva “93-22”) i risultati sono eccellenti.
Death Mother è un lavoro eccellente di un gruppo che saprà sicuramente stupirci in futuro: i Blodet hanno tutte le carte in regola per confermarsi alfieri di questo “non-genere” (perché di fatto questo è, un ibrido bizzarro tra post-metal, noise, post-rock, alternative, heavy rock, aggressività, crescendo cinematografici), e se sapranno mantenere così alta la qualità della loro proposta ne vedremo sicuramente delle belle.
(Church Road Records, 2023)
1. Death Mother
2. The Hour
3. Lead Me Home
4. Without/Within
5. 93-22