Per i Rorcal non ci sono speranze. La loro visione del mondo che ci attende è nerissima, e deve prepararci ad un futuro che il tempo puntualmente ci negherà. Per far risuonare ancor più nitidamente questa loro austera e nefasta profezia hanno realizzato un album che sposa perfettamente l’approccio concettuale, Silence è infatti la colonna sonora ideale per rappresentare al meglio la loro misantropia. Ce lo spiegano senza troppi giri di parole nella presentazione dell’album: “Per noi non c’è domani e non c’è orizzonte. L’umanità corre inesorabilmente verso la sua estinzione e farà precipitare nella sua scia tutto ciò che ha creato in questo mondo. Nessun’altra traiettoria è modellata o disegnata. Non c’è più niente da salvare. Affonderemo in un abisso di oblio, in quel grande crepuscolo che si innalza davanti a noi.”
Da sempre convinti della necessità di un legame forte e deciso tra il loro sound e le idee che muovono il loro pensiero, anche questa volta i Nostri fanno centro su tutta la linea, spingendo ancor più a fondo quel coltello che ci hanno piantato in gola con l’acclamato Muladona del 2019. E, mentre lo ribadiscono in profondità con veemenza, ci tengono a ribadire il ”silenzio” del titolo sarà l’unica condizione possibile dopo la morte di ogni speranza. A cui si arriverà in compagnia dell’assalto sonoro fatto di attacchi dissonanti ”in your face” che si incontrano e si scontrano con aperture melodiche grevi e inquietanti.
Silence si caratterizza per un approccio sonoro che in ambito metal estremo si distacca dai cliché cui siamo abituati, soprattutto per le componenti che più si avvicinano al black metal, ripulite di tutto quel carrozzone folkloristico fatto di caproni, diavoli, pentacoli e foreste. Al punto che ci sentiamo di individuare nei Rorcal uno degli esponenti di punta di quello che possiamo pensare come il nuovo corso del genere, una sorta di black metal 2.0 che si aliena dagli isterismi iconoclastici del passato. Da un punto di vista strettamente sonoro invece, l’album si apre e si consolida come una commistione omogenea di elementi eterogenei che riescono però a consolidarsi impeccabilmente, grazie a un lavoro in fase di arrangiamento che valorizza ogni passaggio, ogni strumento, ogni silenzio.
(Hummus Records, 2023)
1. Early Mourning
2. Childhood is a Knife in the Throat
3. The Worst in Everything
4. Extinguished Innocence
5. Hope is a Cancer
6. Constant Void
7. Under the Nails
8. No Alleviation, even in Death