Ghost Eyes è il terzo lavoro a firma Silence in the Snow, duo originario di Oakland ora con base nella Carolina del Nord. Volontà dei Nostri è quella di far rivivere all’ascoltatore le sonorità che caratterizzavano la darkwave e il post-punk degli anni Ottanta, con in più un piccolissimo tocco di shoegaze avvertibile nelle chitarre liquide e nelle atmosfere rarefatte, e sebbene lo sforzo sia encomiabile il risultato finale è un po’ fuori fuoco.
Si avverte una fredda e dolce malinconia nelle note dei pezzi contenuti in questo album, che risulta essere perfettamente in linea, almeno da un punto di vista tecnico, con i numi tutelari dei Silence in the Snow, da ricercarsi principalmente nei The Cure, The Mission (per il lato più marcatamente “-wave“), nei Joy Division e nei Killing Joke (per quello più incline alle cavalcate post-punk). Da un punto di vista emotivo i Nostri riescono solo in parte però a raggiungere il cuore dell’ascoltatore, non perché manchino i brani convincenti, ma perché, oltre ad essere “carini” o “orecchiabili” non riescono ad andare molto oltre. Canzoni come “Drift”, “You Fade”, “Dreams of Disbelief” (con un attacco di batteria preso in prestito da “Cold” dei The Cure), la title-track e “Death of the Heart” sono oggettivamente ben strutturate, tutte le componenti si incastrano alla perfezione, ma non graffiano: Cyn M ha una voce calda e potente ma con un tono che si presta a poche modulazioni, e certe soluzioni melodiche paiono ripetersi con una sensazione di già sentito che ogni tanto serpeggia tra una traccia e l’altra. Quando i tempi rallentano e dal post-punk tribale si scivola verso una languida darkwave caliginosa la situazione migliora e si affacciano echi di Cocteau Twins e This Mortal Coil, ma la loro impalpabilità è un’arma a doppio taglio, e il tutto svanisce senza lasciare molto.
Non è un brutto lavoro Ghost Eyes, assolutamente, e i Silence in the Snow hanno di fatto compiuto un’ottima azione di revival musicale, con qualche ammodernamento per rendere il tutto più fruibile, ma è mancato il cuore. È venuta meno quella componente che rende ottimo un album darkwave, che te lo fa scivolare subdolamente sotto pelle dandoti i brividi ad ogni ascolto: occasione parzialmente mancata, ma i Nostri hanno dalla loro tutti gli strumenti per aggiustare il tiro con le prossime uscite.
(Prophecy Productions, 2023)
1. Drift
2. You Fade
3. To Hide
4. Dreams of Disbelief
5. Let the Wild In
6. A Colder View
7. Ghost Eyes Interlude
8. Ghost Eyes
9. All Fall Away
10. Death of the Heart