Sesto album per il duo finlandese, e sesto tentativo della stampa di trovare una definizione al loro sound. Anche questa volta vincono loro, i NYOS, e la loro idiosincrasia per gli standard, compreso questo – a volte stucchevole – esercizio di stile, di tutti coloro che cercano di racchiudere in una parola l’immensità che si apre nell’etere nel momento in cui si preme play, e un lavoro della portata dirompente come questo Waterfall Cave Fantasy, Forever inizia a martellare le tempie. Per accontentare i più intransigenti, quelli che necessitano sempre e comunque di certezze per poter proseguire, possiamo riassumere – a fatica e in modo eccessivamente sbrigativo – i NYOS come un duo alle prese con un misto tra math rock e free jazz, giocato tutto sulle dissonanze.
Sempre molto cervellotici, i finlandesi anche stavolta non si lasciano intimorire e proseguono nella loro ricerca sonora, fatta di una costante evoluzione volta alla sperimentazione. Se, come è ovvio, l’ascolto e l’approccio al disco necessitano di un surplus di concentrazione e – mi sento di aggiungere – di libertà, è altrettanto chiaro come album di questo tipo siano da premiare per la scelta di aprire nuove strade anziché chiudersi in comode comfort zone, da cui riproporre standard usuali. Tecnicamente ineccepibili, non perdono un colpo e restano sempre in modalità “focus on” per tutta la durata del disco, che prosegue costante e inarrestabile, senza alcun tipo di riempitivo.
Il loro “non genere” risulta sì di difficile assimilazione, almeno in partenza, ma non certo per colpa loro. Non sono i NYOS che si ”suonano addosso” mostrandoci le loro perizie votate all’autoerotismo, ma noi che, forti di una serie di certezze con cui siamo cresciuti, cerchiamo album che possano lenire il meno possibile le pareti di quella stanza ideale in cui ci siamo chiusi e in cui non vogliamo far entrare niente e nessuno. Loro si divertono sicuramente e nemmeno poco, sarei pronto a giurarlo, nel momento in cui creano un lavoro come questo, che sfiora l’improvvisazione per quanto sia liberamente creativo. Noi che cosa aspettiamo a fare altrettanto?
(Pelagic Records, 2023)
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