Questo nuovo numero di Screamature si divide tra nuove uscite nel panorama nostrano e qualche chicca internazionale, rimanendo inizialmente focalizzato su screamo e affini, per poi, nel finale, espandere i propri orizzonti con sonorità differenti, come di consueto. In apertura spazio per il nuovo EP dei Marnero, i quali in maniera concreta e incisiva ribadiscono il loro valore, prima di volare negli Stati Uniti per parlare dello split di Catalyst e Dim, con composizioni tra emo e screamo molto intense. Un altro split che non si allontana particolarmente da questi territori è quello che vede coinvolti Alas e Maremarcio, bilanciato tra energia e malinconia, ma prima di parlarne viene spesa anche qualche parola sul vigoroso debutto degli âme morte., nuova realtà emoviolence dalla Malesia. In conclusione due lavori non particolarmente simili per il sound, ma entrambi granitici e taglienti a modo loro: innanzitutto il primo EP degli Onan, che si muove con malizia tra post metal e noise rock e infine gli Attaxia, con il loro punk grezzo e iracondo.
Articolo a cura di Davide Brioschi (Marnero, Catalyst/Dim), Jacopo Silvestri (âme morte., Alas/Maremarcio) e Antonio Sechi (Onan, Attaxia).
Marnero > Odradek Parte I
(Digitale – Autoproduzione)
A cinque anni dalla furia di Quando Vedrai Le Navi In Fiamme Sarà Giunta L’Ora, i bolognesi Marnero tornano a farsi sentire con la prima delle due parti che compongono il lavoro Odradek, accompagnato dall’enigmatico sottotitolo “Ovvero ventate di presomalismo”. Nell’EP ritroviamo fin dalla prima traccia, “Durante una fuga”, le tinte fosche e nebbiose che caratterizzano dagli esordi il post-hardcore dei nostri: le serratissime linee di chitarra e basso si intrecciano con la doppia traccia vocale, che unisce un’interessante sorta di spoken word al più canonico urlato screamo. E il resto di Odradek si distende invece, partendo da questa overture esplosiva, come nastri di schiuma che si rincorrono sulle onde: ciò che segue, dall’intima sofferenza di “Zolpidem” all’accurata delicatezza di “Notturni”, è una riflessione sulla crescita dell’individuo e sul disinganno, in cui parole saggiamente selezionate si rifanno a un post-hardcore minimale e studiatissimo. Chi ascolta si ritrova così accompagnato, dai colpi cadenzati della batteria e dalle note di sei corde – che restano comunque sempre memori della propria natura estrema – tra le nuvole di lucciole che illuminano i campi estivi o sotto la luna che colora la sabbia delle spiagge d’inverno, ad ascoltare la musica lontana che queste ventate di presomalismo portano con sé. La seconda parte di Odradek vedrà la luce il prossimo anno, ma se le premesse sono queste varrà certamente la pena aspettare.
Catalyst/Dim > Split
(7″ – Larry Records, Tape – Self Versed Records)
L’etichetta emo-centrica newyorkese Larry Records e la californiana Self Versed Records ci propongono, in questo climaticamente anomalo mese di ottobre, la strana collaborazione di Catalyst e Dim, due gruppi che fanno dell’emo/screamo più canonico e disperato la propria bandiera. Lo split apre con un pezzo dei primi, “are you here with me”, dalle linee chitarristiche acute e stridenti, che si amalgamano perfettamente con delle vocals stirate e gracchianti, procedendo in un vortice di poco più di tre minuti fino a precipitare in un maelstrom di rumore e distorsioni. Un impatto davvero notevole. La doppietta di brani assegnata ai Dim è più rilassata ma non per questo meno spietata: i toni si fanno meno serrati, permettendo voce e sezione strumentale di deviare verso le spiagge più serene del genere, sconfinando perfino in valli che suonano come il blackgaze più moderno e disteso. Il tono generale è comunque quello angosciante e nichilista che caratterizza un po’ tutto lo screamo, ricordandoci che se ascoltiamo questa roba è principalmente perché siamo dei masochisti. E i Dim, così come i Catalyst, di sofferenza musicale dimostrano di intendersene.
âme morte. > Demo
(Digitale – Autoproduzione)
Ben noto dagli ascoltatori più fedeli di queste sonorità, il panorama screamo sud-est asiatico sa regalare molte sorprese, con numerosi nomi non particolarmente noti, ma artefici di sonorità viscerali e sferzanti, che sono venuti fuori col tempo. Ultimi arrivati in questo contesto sono gli âme morte., la cui demo di debutto è uscita da un paio di settimane e contiene quattro brani che vanno a formare un assalto sonoro scellerato. Pur essendo il loro primo lavoro, il quartetto dimostra già un’ottima familiarità con i propri mezzi, e il risultato sa già di produzione matura e molto consapevole, sia per l’aspetto compositivo che per la produzione. La proposta dei malesiani si posiziona a metà strada tra screamo ed emoviolence, con un sound robusto e scellerato che non lascia attimo di respiro nella breve durata del lavoro. Seguendo le orme di nomi storici quali Love Lost But Not Forgotten e Portaits of Past, o dei più contemporanei Yearning, i Nostri si fanno conoscere con decisione, senza puntare particolarmente sull’innovazione, ma travolgendo con sostanza e fermezza. Davvero una bella scoperta, decisa e dritta al punto.
Alas/Maremarcio > Split
(Tape – Collettivo La Défense, Fresh Outbreak Records, Dischi Decenti)
In occasione del tour in Italia che li ha tenuti occupati per quattro date nello scorso mese di settembre, Alas e Maremarcio hanno colto la palla al balzo, pubblicando anche questo split, che contiene due inediti per band. I primi a dire la loro sono i finlandesi, con uno stile potente e accattivante che parte deciso con “Yksin ei täällä näe kauas”, prima di sfociare nelle ritmiche più ponderate ed emotive di “Jupiter”, per una composizione dai sentori emo. La band scandinava prosegue sulla falsariga dei precedenti lavori, equilibrando al meglio l’impatto catartico e i segmenti più delicati dello screamo, confermando la propria maturità. Anche la formazione da Parma non stravolge le sonorità dei primi due EP, pubblicati nel 2017 e nel 2020, mantenendo l’anima straziante del cantato che si amalgama bene con gli arpeggi malinconici. Un passaggio progressivo, quindi, dalla natura più tagliente dello screamo/emo alla controparte profonda e introspettiva, con i sound delle due formazioni che pur distinguendosi tra di loro si fondono senza contrasti notevoli. Se già in passato le due band si sono dimostrare meritevoli, con questo split non fanno che riaffermare questo concetto.
Onan > Onan
(CD – Soglianois)
Sporco e marcescente come la più lurida delle cloaca, rumoroso come una vecchia fresatrice non oliata. L’esordio dei cesenati Onan è un agglomerato di sonorità sature di disagio e di una pesantezza notevole. Però c’è da fare una piccola precisazione: non si è in presenza di un lavoro pesante e ruvido e basta, assolutamente no, al contrario, nonostante questa ostilità si presentano in più di un’occasione momenti in cui la band intraprende sentieri che ricordano a tratti i Tool del periodo Undertow, e questo mescolato a del noise, post-metal chissà cos’altro, da forma a un muro sonoro di considerevole consistenza ma che sa anche di sogno sa di illusione. Pezzi come “Sling/Knife” o “Hsbd Irit” sono dei veri e propri inni a un suono che è oniricamente devastante. Tutto da scoprire.
Attaxia > We’re not, we’re INFESTING
(Digitale – Wasted Youth Records)
Per chi non fosse accorto dell’esistenza di questa riot grrlz band, beh, non c’è molto da sapere. Sono in giro da un po’ e fanno un casino maledetto, e in questo casino ci mettono tutto quello che vogliono. Un miscuglio abominevole di crust, ska, hardcore e una furia incontenibile. Grida isteriche e chitarre dal suono tutt’altro che gradevole sono il corpo di un sound indecentemente rassicurante. Perché ascoltando questo brevissimo EP (difficilmente arriva alla durata di 13 minuti) è chiaro fin da subito che c’è ancora chi crede fermamente che la vera essenza di certa musica sta proprio nell’assenza di grazia e di eleganza. Questo è un lavoro rabbioso e incredibilmente caustico, reso ancor più interessante grazie a un pezzo come “Small Town” che vede l’inserimento di un country amaro e maledettamente scalcinato, un ascolto obbligato se si è sempre in cerca di un punk intenzionato a rimanere saldo alle sue intenzioni.