Nel panorama affollato del black metal atmosferico venato di folk si ha spesso difficoltà a trovare qualcosa che spicchi sulla massa per originalità, ma talvolta qualcosa di notevole viene a galla… The Twilight Robes degli ucraini They Came From Visions rientra in questa fortunata categoria, e saprà sicuramente colpirvi e stregarvi sin dal primo ascolto. Un trio anonimo, sette tracce, atmosfere psicotiche e drammatiche che richiamano gli A Forest Of Stars, mentre musicalmente siamo dalle parti di Drudkh, Véhémence, Obsequiae e Moonspell, sia da un punto di vista di approccio alla materia “black metal atmosferico” sia per le continue incursioni in ambiti acustici e folk. Tematicamente i Nostri ci catapultano in un periodo storico oscuro, dominato da credenze, sortilegi, magia nera e orrori come carestia, alta mortalità, pestilenze, oscurità, bigottismo e fanatismo religioso. Il fervore messo in musica dai They Came From Visions è coinvolgente, esasperato, energico e disperato, lambisce a più riprese la follia e la psicosi (e in questa elevata drammaticità è forte il richiamo agli inglesi A Forest Of Stars), ma il caos è organizzato e tenuto a freno da un considerevole gusto melodico che si traduce in riff epici, orecchiabili, freddi e lancinanti certo, ma anche titanici e sanguigni nel loro saper toccare corde nascoste e emozioni profonde. Anche e soprattutto per questo motivo potremmo definire The Twilight Robes “primitivo” e “selvaggio”, proprio per la sua innata capacità di entrare subito in sintonia con l’ascoltatore.
Come un’opera teatrale il sipario si apre con “Lughnasadh”, un breve brano strumentale e acustico che immediatamente fornisce la cornice paesaggistica e storica nella quale si muovono le successive sei canzoni: la calma iniziale è subito squarciata dalla feroce “Equinox Ablaze”, perfetto biglietto da visita dei They Came From Visions e di fatto contenente già tutti gli elementi che poi andremo a ritrovare, in maniera più o meno similare, anche nel resto dei brani. Assolutamente sullo stesso livello anche “Burning Eyes, Blackened Claws”, anch’essa animata da un ritornello che subito si stampa nella mente grazie ad un climax drammatico e sofferente: grosso merito va all’interpretazione del cantante, efficace sia nello scream che nel pulito (nelle poche volte in cui ne fa ricorso, tra le quali segnaliamo la chiusura di “The Blissful Defeat” e il break nella seconda metà della conclusiva title-track). Proprio la title-track ci stupisce con un colpo di coda notevole, una parentesi quasi “à-la Saxon” (quindi reminiscente di certe cose di NWOBHM) che proprio non ci aspettavamo ma che ci ha positivamente colpito.
The Twilight Robes ci è piaciuto e non poco, merito sicuramente delle sue atmosfere contorte, drammatiche e oscure, che ben si sposano con l’approccio musicale scelto dai They Came From Visions. La band è riuscita a smuovere un bel po’ le acque (se vogliamo intorbidendole ulteriormente vista la cupa proposta degli ucraini) e a pubblicare un disco interessante e coinvolgente, che potrebbe “rischiare” di essere ai primi posti in molte classifiche a fine anno.
(Eisenwald, 2024)
1. Lughnasadh
2. Equinox Ablaze
3. Burning Eyes, Blackened Claws
4. The Blissful Defeat
5. Petrified Immortality
6. The Sign of Damnation
7. Twilight Robes