I madrileni La Menäce sono una delle promesse migliori in ambito neocrust europeo, offrendo una miscela davvero niente male di post-hardcore, crust e una spruzzatina di melodic death. Erebus è il loro secondo EP, ed è incentrato sulla spedizione perduta di Franklin, e alla conseguente sparizione delle navi Terror ed Erebus, appunto.
Usata la storia di Franklin come metafora per esplorare i sentimenti di solitudine e disperazione, musicalmente Erebus è un viaggio abbastanza breve ma ricco di sostanza. Come detto il punk e il crust si fondono appieno nel disco, riportando alla mente suoni alla Ictus, Tragedy, Comeback Kid, Touché Amoré ma anche influenze black ’n’ roll (come i Kvelertak). Il quartetto madrileno non si risparmia e mette in fila dei pezzi molto gustosi come per esempio “Tu propia tumba” (forse il migliore di questo Erebus), “Pierdes el control” e “Frente a la desesperación”. C’è tutto quello che ci si può aspettare insomma, rasoiate chitarristiche molto veloci, ritmi serrati e vera e propria attitudine.
Erebus è un disco che funziona, non c’è altro modo di dirlo. È ermetico, diretto e fresco. Non vi aspettate dei suoni particolarmente innovativi, sia chiaro. Ma per chi ogni tanto vuole un po’ di schiettezza e irruenza punk, può essere un dolcetto davvero prelibato. In attesa di ascoltare i La Menäce con un minutaggio decisamente più lungo.
(Violence in the Veins, Hombre Montaña, 7 Lamentos Records, 2024)
1. Proa
2. Pierdes el control
3. Frente a la desesperación
4. Cuando ves en la gloria
5. Tu propia tumba
6. Popa