From the other Side of the Mirror è il nuovo album dei Glassing. Segue a tre anni di distanza quel Twin Dream che aveva contribuito in maniera decisiva a consacrare il trio texano come una delle migliori realtà in ambito post-metal. Da allora i Glassing sono ulteriormente cresciuti, riuscendo nella non facile impresa di spostare l’attenzione del loro assalto sonoro verso territori accessibili solo ai mostri sacri del genere. il loro è un percorso in divenire che li ripresenta in ottima forma, carichissimi e determinati, come ci dimostrano sin dai primi istanti di “Anything You Want” brano che apre il disco, e che ci prende per la gola, conducendoci in un luogo non ben identificato, dove l’unica certezza è il caos dominante.
Il primo pensiero che ci assale durante l’ascolto va nella direzione che ci porta a pensare come siano riusciti a realizzare un album così vario pur restando riconoscibilissimi, mantenendo cioè tangibile quel senso di omogeneità sonora che non cade e non si perde tra un brano e l’altro. È proprio la varietà della proposta dei Glassing il vero punto focale del disco. Carico e intransigente, From the Other Side of the Mirror spazza via quanto finora realizzato dalla band statunitense in modo netto e inappellabile. Inquietante è l’aggettivo che sin da subito ho associato all’album e che, a distanza di ripetuti ascolti, ancora non riesco a sostituire con uno più consono. L’altra vera anima del disco è la perseveranza nel cercare di mantenere un approccio sonoro che, al netto delle brutalità, ricerca sempre e comunque la melodia. È qui che i Glassing mostrano di avere una spinta decisiva, che li colloca tra quelle realtà che cercano di emanciparsi pur restando fedeli alle proprie caratteristiche.
Concettualmente l’album racconta l’incursione introspettiva e metafisica che ci permette di guardare a noi stessi attraverso gli occhi e le percezioni degli altri che ci circondano. From the Other Side of the Mirror è il suono disperato dei nostri giorni, che cerca, forse vanamente, quello spiraglio di luce che possa dare una lettura diversa al nostro intimo sentire. Un disco decisamente nichilista, crudo e diretto, perfetto per chiunque abbia voglia/bisogno di autodistruzione.
(Pelagic Records, 2024)
1. Anything You Want
2. Nothing Touches You
3. Defacer
4. Sallow
5. Nominal Will
6. Ritualist
7. As My Heart Rots
8. Circle Down
9. The Kestrel Goes
10. Wake