Kira McSpice è una cantautrice statunitense di formazione classica: nasce infatti come violoncellista e soprano, per poi passare alla chitarra. Dopo la tetralogia The Migraine in Four Parts dedicata alle varie fasi dell’emicrania, ha recentemente pubblicato il suo ultimo album The Compartmentalization of Decay incentrato sui meccanismi di difesa attuati dal nostro cervello per riuscire a convivere con due condizioni di conflitto in atto, senza creare confusione, sensi di colpa, vergogna o angoscia sul piano cosciente. Prosegue quindi l’autoanalisi in musica della McSpice, che non ha mai mostrato timore nel momento in cui ha scelto di parlare di argomenti legati alla malattia mentale derivati principalmente dalle proprie esperienze personali, come determinismo e disperazione.
Inevitabilmente, visti i traumi personali, le scelte sonore dell’album si orientano su tematiche e stilemi decisamente decadenti e elegantemente tetri. Intimista, caldo e coinvolgente come pochi, The Compartmentalization of Decay realizza un’analisi introspettiva in musica che possa permetterle di razionalizzare un episodio di violenza di cui è stata vittima. Non una guarigione a tutti gli effetti ma un modo per poter sopravvivere e convivere con il pensiero del danno. Il suo è un dolore che terrà sempre dentro, ma che, grazie ad un album così intensamente diretto, trova nuova collocazione. Un album sofferto e sofferente, che ci permette di accoglierla nel nostro abbraccio, come a volerla proteggere. Un album che non necessità di soluzioni iperboliche e sovrastrutture, ma che guarda al suo essere diretto, sincero e privo di filtri.
Chitarra, voce e poco altro, giusto una manciata tra strumenti a fiato (trombone) e a corda (arpa e violoncello). Non (le) serve altro per entrare direttamente nei nostri cuori e nelle nostre menti con un disco che allontana tutto quello che stavamo facendo negli istanti prima di iniziare ad ascoltarlo. Come in una sorta di rituale di passaggio in cui tutto perde di significato, mentre i contorni di quello che abbiamo davanti agli occhi affievoliscono e veniamo catapultati in un’altra dimensione. Con una tematica del genere avremmo potuto pensare ad un diverso approccio, molto più noise, ai limiti del rumore – scelta tanto facile quanto inflazionata, comune anche a molte nostre connazionali – ma Kira McSpice dimostra proprio, qui, nella costruzione dell’album di essere un passo avanti al resto, nel momento in cui chiarisce (a se stessa e a noi tutti), e ribadisce, la qualità delle sue capacità, mostrando di avere un tatto, un’intelligenza e una capacità di andare ed essere “oltre”, ma non per deficit altrui. Un disco e un’artista che brillano di luce propria.
(Autoproduzione, 2024)
1. A Prayer for the Sealing of the 4th Wall
2. Knife like a Spile
3. Dark and Endless Fog
4. Get You Out
5. Blackfly
6. Supplication of the Maple
7. Photosynthesis
8. Sugaring
9. Wherever I Go
10. Evaporate
11. To Lead Me Home
12. The 4th Wall Has Been Sealed