Selinute è l’esempio di come si possa guardare alla musica in modo non convenzionale. L’album di Tiziano Popoli, che per questa sua ultima impresa si è avvalso della collaborazione di Paolo Venturi alle chitarre e Paolo Modugno alle percussioni, è infatti un autentico rituale sciamanico che abbraccia una gamma di suoni davvero infinita. Sono talmente varie e numerose le sensazioni sonore che ci echeggiano nella mente sovrapponendosi e stratificandosi, che anche solo azzardarsi a elencarle appare immediatamente un’impresa titanica, oltre che senza senso.
Sta di fatto che l’album assume, strada facendo, istante dopo istante, respiro dopo respiro, silenzio dopo silenzio, forme sempre diverse, ma comunque riconducibili al disegno di base, che ne esce stravolto, rimodellato, decostruito, ma pur sempre riconoscibile. Se la musica è un linguaggio, Selinute è un caleidoscopio di parole funzionale ad un concetto più ampio che solo a disco ultimato assumerà la sua forma definitiva. Ma non solo, se deve essere il linguaggio a guidare l’ascolto, allora è altrettanto chiaro che siamo noi, a doverci adeguare a quello usato dall’autore, e non il contrario. Restando sul tema, e giocando sull’assurdo – ma fino a un certo punto – se dovessimo consultare la Treccani alla voce “psichedelia” possiamo stare certi che tra i significati che l’enciclopedia attribuisce al termine, troveremmo un rimando a Selinute.
Questo di Tiziano Popoli è un lavoro dalla fortissima connotazione multimediale, che si sostanzia guardando alla più totale libertà artistica. Non fatichiamo nemmeno ad immaginare, in una ipotetica sede live, come un disco di questo potenziale, possa assumere qualunque forma senza perdere il suo calibro e durare per ore senza stancare mai. Un album che abbiamo definito ritualistico, grazie ai suoi caldi e per certi versi lisergici richiami mediorientali, ma che ha anche una sua altrettanto decisa natura surrealista, approccio di cui da troppo tempo sentivamo la mancanza. Un disco che ti entra nel sangue ancor prima che nella mente, e dal sangue si diffonde ovunque, fino all’annientamento totale.
(Archaeological Records, 2024)
1. Entrata
2. Prima Danza
3. Seconda Danza
4. Trionfo