Ritornano anche gli italiani Valerian Swing a sette anni di distanza dal loro ultimo full-length. Liminal è un lavoro in cui pattern ritmici dub e jazz si alternano a melodie post-rock orchestralmente dirette da layer di synth e fiati “pesanti” a cura del noto Paolo Ranieri.
Musicalmente vicino a certe derive post-electro-dub degli ultimi 65daysofstatic, la contrapposizione tra sintetico e acustico è quantomeno evidente in ogni traccia: consideriamo in particolare “Gor-ai”, “Atacama I”, “Pond Riddim” le quali possono esprimere in sintesi le maggiori caratteristiche di questo lavoro ambizioso dei tre emiliani. Ritmi sincopati e asimmetrici di scuola Kayo Dot, in cui l’orchestrazione la fa da padrona e il bilancio elettro/acustico viene variato in funzione del raggiungimento dei climax, rendendo indubbiamente al servizio delle composizioni una base math-rock che altrimenti sarebbe risultata quasi non necessaria. In tracce come “The Ritual” e “Home” viene invece più fuori il lato originario post-rock dei Valerian Swing, accentuato sapientemente da onnipresenti fiati e synth che forniscono contrappunti melodici esplosivi coinvolgenti: nella prima l’incedere è guidato prevalentemente dalla parte acustica, mentre nella seconda è l’elettronica a condurre un viaggio che culmina a tratti in ritmiche acid-jazz brevi e di supporto ai cambiamenti di umore di una traccia variegata. Chiudiamo questa disamina descrivendo le due collaborazioni più evidenti presenti in Liminal. “Indigo” presenta il cameo vocale di Giovanna Cacciola degli Uzeda alla quale viene dato il giusto spazio su un tappeto sonoro che culmina su una soluzione ritmica esuberante dell’ottimo David Ferretti, vero metronomo umano degli umori, anche melodici, dell’intero lavoro. Il featuring con Flowdan, “Badman (Ting)”, esplora il lato tellurico dub-futuristico che permea Liminal e che in un lavoro colmo di sfaccettature e ispirazioni ha sicuramente il suo senso.
Liminal in conclusione si rivela un viaggio cosmico che trasuda una mole immensa di contaminazioni che, anziché risultare strabordanti, sono ben fuse in un risultato peculiare dall’indubbio fascino e che ammalia per l’interessante gusto con cui esse vengono riproposte. Chapeau.
(Pax Aeternum Digital, 2024)
1. Gor-ai
2. Atacama I
3. Badman (Ting) ft. Flowdan
4. The Ritual
5. Indigo ft. Giovanna Cacciola
6. Pond Riddim
7. Home