E che gli devi dire a questi Gravenoire che arrivano (quasi) dal nulla e sfoderano una bomba di EP (anche se nelle note di presentazione viene presentato come “primo album”) che mette in chiaro come si fa dell’ottimo black metal negli anni Venti del terzo millennio. Nota a margine: il black metal a cui si rifà il quartetto francese è principalmente quello che girava nella seconda metà degli anni Novanta (basti pensare a quei due dischetti che rispondono al titolo di Nemesis Divina dei Satyricon ed Enthrone Darkness Triumphant dei Dimmu Borgir), ma varie intuizioni fanno sì che i Nostri riescano a sfoderare con personalità degli ottimi pezzi (quattro brani più un intro e un outro) selvaggi, melodici, ben prodotti (bombastici si sarebbe detto qualche anno fa) e ben suonati. E appunto, che i Gravenoire non arrivino dal nulla lo dimostra il fatto che tre quarti della band sono i componenti dei Bâ’a, buonissima band proveniente dal sud della Francia che per la mitica Osmose ha fatto uscire due album altrettanto buoni tra 2020 e 2022 (l’esordio Deus Qui Non Mentitur è memorabile, andate a ripescarvi la canzone intitolata “Procession”).
La proposta musicale di Devant La Porte Des Etoiles non si discosta troppo da quella della casa madre Bâ’a eppure alcuni spunti sono notevoli, primo fra tutti la scelta del doppio cantante che arricchisce e rende molto variegati i brani dell’EP. E quindi onore al merito all’aggiunta di Vicomte Vampyr Armakes, membro di Ad Inferna, Diablation e al microfono nei primi due dischi dei Seth, al terzetto formato da Emmanuel Zuccaro (batteria e tastiere), Maximilien Brigliadori (chitarre e basso) e RMS Hreidmarr (voce). Rispetto ai Bâ’a si nota un approccio più violento e diretto, per quanto il marchio di fabbrica caratterizzato dai riff lunghi e melodici (questi possono ricordare le creazioni delle asce gemelle di Ihsahn e Samoth) e il drumming potente e preciso (per quanto il charleston aperto e rullante con la cordiera sganciata fanno molto black norvegese vecchia scuola) rimanga ben presente e di questo non possiamo che compiacercene. Valore aggiunto quindi anche la doppia voce, con i frequenti scambi, raddoppi e parlato che, seppure i due vocalist abbiano un timbro simile, contribuiscono a rendere i pezzi molto dinamici e variegati. L’apertura dell’EP è con l’intro “Pavens”, con andamento marziale ed epico, e con “France de l’Ombre” la cui melodia portante va a riprendere la bella melodia del pezzo precedente. Ci si trova di fronte a un assalto sonoro di rara violenza che riesce comunque a far spiccare le ottime scelte melodiche del chitarrista, la precisione di Zuccaro ai tamburi e una produzione sì grezza (soprattutto nei suoni dei singoli strumenti) ma pulitissima. La bomba dell’EP è il secondo pezzo, “Ordo Opera Cultura”, che agli elementi già menzionati va ad aggiungere un clamoroso ritornello urlato. Inoltre, la struttura della canzone, semplice e diretta, la rende un potenziale singolone. Tra un pezzo e l’altro rimanga in sospensione la distorsione e ogni canzone parte col batterista che dà il quattro, a confermare, come riportano le note nel promo-kit, che il disco sia stato registrato in presa diretta in un’unica sessione. Il terzo pezzo è la violentissima “Aux Chiens”, veramente spietata ma con un bellissimo riff che fa trasparire quasi una rassegnata malinconia. L’apparente contrasto di emozioni prosegue con “Granit”, brano dal tempo leggerissimamente più lento e con la doppia cassa a portare avanti il tutto almeno nella prima parte. Chiude il tutto l’outro “Gravenoire” a base di archi, recitativo e pianoforte.
Riassumendo, un EP da non farsi sfuggire, che va ad accontentare i nostalgici ma che grazie ad alcuni elementi originali e personali (oltre all’ottima produzione) riesce a far sì che i brani risultino attuali e non necessariamente derivativi. Si conferma peraltro come il francese possa benissimo essere una lingua perfetta per il black metal (non come l’italiano che forse troppe volte risulta essere persino imbarazzante e inadatto) sia nelle parti in scream che in tutte le altre declinazioni del genere. Ottimi davvero i Gravenoire, band “nuova” (virgolette d’obbligo visti precedenti e curricula) da seguire assolutamente nelle sue evoluzioni future.
(Season of Mist, 2024)
1. Pavens2. France de l’Ombre3. Ordo Opera Cultura4. Aux Chiens5. Granit6. Gravenoire