I 1349 sono una band black metal norvegese piuttosto famosa e consolidata nella scena; sin dalla formazione nel 1997 ad oggi hanno saputo mantenere alto il vessillo della fiamma nera proponendo un sound legato all’old school, dotato di forte personalità e che ha sempre rifuggito contaminazioni ed evoluzioni stilistiche, ed è con queste premesse che ci accingiamo a gustare la loro ultima fatica intitolata The Wolf & The King uscita nelle idi dell’autunno 2024.
“The God Devourer” coinvolge immediatamente l’ascoltatore calandolo all’interno di un mood oscuro dalle ritmiche cadenzate, poco dopo compaiono midtempo stentorei poggiati su un tappeto terremotante di doppia cassa, stile che si riscontra nel tipico trademark dei Nostri; man mano che il brano prosegue potremo apprezzare il sapiente utilizzo di alcuni inserti melodici ed alcuni passaggi maggiormente dinamici che riportano alla mente i primi Satyricon. Con “Shadow Point” verremo accolti da alcun arpeggi lenti e glaciali, i quali fungeranno da apripista per ad un crescendo di furia e velocità d’esecuzione, il tutto accompagnato dall’immancabile batteria martellante che pesta duro senza accennare a cali di tensione. Giunti a “Inner Portal” faremo i conti con un brano crudo con le radici fortemente legate alla vecchia scuola che fa dell’incedere monolitico il suo punto di forza, venendo intervallato da un ritornello melodico e luciferino; sul finale troveremo l’ottima “Obscura”, brano piuttosto incalzante caratterizzato da cambi di tempo repentini e chitarre graffianti, il tutto rifinito da un ottimo assolo di chitarra piazzato verso la conclusione, e “Fatalist”, che strizza l’occhio verso un certo “black’n’roll sguaiato” per poi tornare a sfoderare certe sfuriate repentine e solidi tempi medi, costruendo un brano coinvolgente ed efficace.
Possiamo dunque constatare che il lungo periodo di gestazione dall’uscita dell’album precedente abbia dato i suoi buoni frutti: The Wolf & The King risulta essere un disco curato, devoto ai classici stilemi del black metal, in grado di sollazzare tutti gli appassionati della scena e capace di scatenare la furia dell’inferno in sede live; si può dunque constatare come i 1349 rimangano un caposaldo del black norvegese resistendo impassibili ed indefessi al passare degli anni.
(Season of Mist, 2024)
1. The God Devourer
2. Ash of Ages
3. Shadow Point
4. Inferior Pathways
5. Inner Portal
6. The Vessel and the Storm
7. Obscura
8. Fatalist