Non sappiamo se il futuro per Sergio Calzoni, parafrasando il titolo dell’album, sia realmente in movimento, se possa cioè trovare tutte quelle soluzioni che possano permettergli di portare anche dal vivo il suo disco, saggiando situazioni e sperimentando suoni anche in tempo reale. Di certo c’è che Future In Motion, sua ultima creazione, può tranquillamente essere collocato nel novero di quelli che smuovono realmente l’immaginazione, e che mettono nero su bianco le loro intenzioni. L’album segue pedissequamente la copertina, andando a sancire un viaggio ricco di immagini in successione che i ricercati suoni creati da Calzoni proiettano al di là delle nostre retine. Ne consegue l’impossibilità di evitare l’abbandono e l’oblio, che restano le uniche destinazioni possibili per un tragitto in cui il buio che costantemente ci accompagna si sfilaccia portandosi via tutte le preoccupazioni del quotidiano. Future In Motion continua la sperimentazione in ambito elettronico di Orghanon, realtà che ha intrapreso un percorso definito e riconoscibile, ma che è ben lontano dall’aver detto tutto.
Guardando agli esordi del progetto su Eibon Records, oggi Orghanon si caratterizza per una maggiore dinamicità che sposa una gamma di soluzioni sonore decisamente più ampia, la cui più immediata conseguenza è quella di aver creato un album ”a rilascio lento e prolungato”. Un album complesso ma che non risulta mai ostico, anzi per certi versi riesce ad essere decisamente diretto. La storia di Orghanon racconta la necessità di cambiamento che si è fatta reale, attraverso una innegabile progressione sonora che, al tempo del suo primo vagito nel 2015 con Figures In Slow Motion non era minimamente pensabile. C’era sicuramente la voglia di ricercare qualcosa di non convenzionale a livello sonoro, confermatasi poi attraverso anche l’interessante Droneworks I-V per l’ottima e sempre sul pezzo St.An.Da nel 2022.
Sergio Calzoni è giustamente collocato tra coloro che meglio rappresentano quel filone che, partendo dall’ambient, riesce a collocarsi a cavallo di un’elettronica di nicchia, poco invadente, delicata, sognante, eterea. Il suo è un lavorare oscuro che porta con sé la voglia di sposare immagini dinamiche, in costante movimento. Ne sono la prova anche le dissertazioni sonore che realizza insieme ad Andrea Bellucci con gli ILUITEQ. O per scomodare un passato davvero glorioso che spero possa un giorno tornare, nei Colloquio con Gianni Pedretti. Concedetegli una chance, non ve ne pentirete.
(Mahorka, 2024)
1. Yonder
2. Replicant (part 1)
3. Cause-Effect
4. Tame
5. Damage
6. Unveil (in motion version)
7. Sharashka
8. Replicant (part 2)
9. Nous