I Distant sono una band deathcore olandese che, nel giro di alcuni anni, è riuscita a crescere e migliorare significativamente giungendo oggi, con il quarto album da studio, ad una sorta di completezza e maturità compositiva, elementi che hanno permesso loro di dare vita ad un’opera coinvolgente e ben realizzata.
“The Pale Moonlight” è un brano composto da una parte completamente strumentale, con la funzione di intro, che mette in campo suoni elettronici ammiccanti e moderni mescolati con atmosfere tipicamente giapponesi; a rompere l’idillio ci penserà un bel breakdown massiccio, seguito da riff sincopati accompagnati da bordate di basso in grado scatenare da subito un poderoso headbanging. Con la successiva “Fleshweaver” troveremo un pezzo incalzante e brutale nel quale i Nostri sfodereranno riff muscolosi assistiti da accelerazioni brucianti, spezzate poi da un breakdown poderoso; ad un certo punto faranno capolino melodie diaboliche in stile Shadow of Intent capaci di donare completezza alla resa finale del brano. “Torturous Symphony” parte in quarta con l’incedere di uno schiacciasassi, tra passaggi dinamici ed up tempos incisivi dando vita ad un wall of sound imponente, il tutto impreziosito da un paio di sapienti assoli di chitarra; arrivati a “The Undying” invece troveremo un brano costruito su una melodia portante decisamente ficcante, in grado di fare breccia facilmente nel cuore dell’ascoltatore, il tutto amalgamato con alcuni dei breakdows più furiosi partoriti dai Distant sino ad oggi, creando un perfetto equilibrio che renderà la traccia tra le più entusiasmanti e meglio riuscite dell’intero lotto. In “Acolytes of Damnation” troveremo coordinate più oscure che si possono ascrivere allo stile dei Black Tongue e dei primi Whitechapel, il tutto ammantato da atmosfere epiche e maestose che fungono da contraltare all’ottima prestazione tecnica dei Nostri, che risulta sempre impeccabile e mai fine a se stessa. Giunti poi alla conclusione dell’album è doveroso menzionare la doppietta composta da “Malice” e “Broken Cross”, vere perle di furia viscerale e demoniaca che condensano la cattiveria sonora e la potenza terremotante messe in campo dal combo olandese, trascinando l’ascoltatore in un fiume in piena di emozioni che culmineranno con la sfuriata finale, posta alla conclusione.
Con la loro ultima fatica, i Distant sono riusciti a conquistare un meritatissimo posto alla Tavola Rotonda delle band deathcore più carismatiche degli ultimi anni, per questo motivo non posso che caldeggiare l’ascolto di Tsukuyomi: The Origin lasciando alle note da esso scaturite il compito di conquistarvi.
(Century Media Records, 2024)
1. The Pale Moonlight
2. Fleshweaver
3. Feast of Misery
4. Torturous Symphony (ft. Matthew K. Heafy)
5. Cradled in Shards of Glass
6. Loveless Suffering
7. The Undying
8. The Apex
9. Acolytes of Damnation (ft. Alex Erian)
10. Tsukuyomi (ft. Travis Worland)
11. Malice (ft. David Simonich)
12. Broken Cross