Se i Gotho escono con nuova musica c’è una procedura da adottare: prendere un’aspirina e un moment preventivi e poi buttarsi nell’ascolto. Una cosa che era impossibile prevedere con il precedente Mindbowling, ma ora lo sappiamo e quindi muniamoci di conseguenza, perché Gothron Versus Fartark è una violenza sonora alla quiete mentale di tutti i giorni. Proprio per questo è uno spettacolo.
Gothron Versus Fartark, secondo capitolo della folle avventura del duo, predilige un approccio diverso da quello adottato con Mindbowling. Se quello era un mattone di quattro pezzi di cui uno che rasentava i venticinque minuti, qui abbiamo pezzi molto più corti e numerosi. Non solo l’approccio è cambiato: siamo in compagnia di un disco che fa del citazionismo una delle armi nell’arsenale. E chi citano? Loro stessi, sì perché molte soluzioni melodiche arrivano direttamente da Mindbowling e qui diventano dei motivi ricorrenti a farci capire che è pur sempre un album da annoverare nel calderone prog, ma non facciamoci ingannare da questa nomenclatura perché qui di prog inteso come genere effettivo c’è poco. Quello che risulta non è altro che sana violenza sonora che si arma di proiettili detti jazz, psichedelia, dance, house, tecno e punk, il tutto lanciato all’assalto come se non ci fosse più nulla da salvare. Questo viaggio interstellare allucinante è pieno di colori ed è perfettamente a fuoco nel suo obiettivo. Il drumming è come quello che ci aspetteremmo da Andrea Peracchia, cioè un mitragliamento di letali gatling posizionate sulla nave madre che non risparmiano niente e nessuno. E il lavoro di tastiere beh, prendete una flotta aliena con astronavi armate di phaser e raggi laser (Fabio Cuomo) e mettetela in musica. Ricordiamo tutti il “primo giorno di scuola” a cui si faceva riferimento in Incontri ravvicinati del terzo tipo durante lo scambio di note verso la fine? Bene, questo è il saggio finale di quell’anno scolastico. Note dure, note acuminate, fraseggi che ti trascinano inesorabilmente dentro un maelstrom cromatico da cui non si esce più se non con gli occhi di un lunatico con le spirali come nei cartoni animati. Splendido disco di cui è impossibile pescare anche un solo brano per poterlo presentare, va ascoltato tutto per capirne la dissennata esperienza.
Questo è un lavoro che nonostante il suo carattere da b-movie tratto da un libro Urania, va preso seriamente. Ritengo che se preso così alla leggera può essere divertente senza alcun dubbio, ma poi passerebbero inosservate tutte le chicche, gli spunti melodici e tempistici che contiene, ma con la giusta concentrazione si può coglierne la bellezza vera, non tanto per il fatto che nonostante i pezzi separati potrebbe benissimo essere tutto un unico brano di quaranta minuti, che non pesano minimamente data la sua maschera di scherzosità che quasi richiama le musiche dei vecchi arcade. Prendetelo con le pinze e saprà ricompensarvi a dovere.
(Supernatural Cat, 2024)
1. Gothron Ars, Gothron Ars Eem (Gothron Rise, Gothron Rise Now!)
2. Crossing The Wormhole
3. First Fight in Planet Disco Dance
4. Mystical Training In Bothron Lamarovna’s Cave
5. Invocation For Gothron’s Re-Birth
6. Second Fight in Planet Disco Dance
7. Celebration Of Gothron’s Victory Playing The Stardust Bells
8. Celebration Of Gothron’s Power Playing The Space-Noir-Trumpet
9. Re-Crossing The Wormhole Using A Little Quantic Drum
10. Gothron Armsten! (Let’s Bow To Gothron’s Power!)