L’automa se ne stava fermo, come sempre, nello studiolo, in mezzo agli attrezzi, alle viti, ai bulloni e ad altri pezzi di metallo. Sempre più spesso, però, sembrava al suo inventore che ogni tanto spostasse leggermente l’occhio o che il dito della mano destra si muovesse. I movimenti, se reali, erano quasi impercettibili eppure questo bastava per far salire all’inventore una certa inquietudine. Le suggestioni di un autore come E.T.A. Hoffman, approfondite poi dagli studi sulla psicanalisi, si presentano in modo evidente ascoltando il primo full-length del supergruppo Guiltless. Certe volte può stonare questa parola, che può sembrare togliere importanza alla serietà di un progetto musicale con un’identità ben definita ma, in questo caso, leggendo i nomi dei singoli musicisti non possiamo esimerci dal farlo. Josh Graham (A Storm of Light, Battle Of Mice, Neurosis, Red Sparowes e altri) a chitarra, voce e rumori, Dan Hawkins (A Storm of Light), chitarre ed effetti, Sacha Dunable (Intronaut, Bereft e trascorsi vari) basso e Billy Graves (Generations Of Vipers, ex-A Storm of Light, etc.) alla batteria, un quartetto di musicisti esperti e di certo non di primo pelo che esordì ufficialmente con la ragione sociale Guiltless proprio un anno fa con i quattro pezzi di Thorns.
Noise, post-hardcore, sludge, doom, industrial, tutto miscelato sapientemente a comporre la rocciosa e nervosa proposta della band capitanata da Graham. Spiccano subito alle orecchie il martellare preciso delle ritmiche e la pazzesca prestazione alle pelli di Graves, mostruoso, tentacolare e mai fine a se stesso. Superata l’evidente soddisfazione uditiva che proviamo di fronte a quella che, a sensazione, sembra essere una notevole uscita, scivoliamo lentamente nelle profondità oscure e angoscianti del disco. Andrà quindi trovata una giustificazione ai riferimenti hoffmanniani e al perturbante (l’un-heimlich) con cui veniva aperta la recensione. Presto fatto, dato che basta arrivare alla quarta traccia, “Our Serpent In Circle” e alla reiterazione del riff doom all’inizio del pezzo che trova le sue impreviste variazioni (quel movimento inatteso dell’automa) e la lontana voce che porta con sé un effetto disturbante e maligno. In tutto Teeth To Sky ci ritroviamo davanti all’alternanza di pezzi quadrati come l’opener “Into Dust Becoming” a esperimenti non troppo arditi ma ineccepibili come “Illumine” posta in chiusura. Se già i Guiltless avevano dato l’impressione di essere particolarmente ispirati, conferma e amplifica questa sensazione “In Starless Reign”, brano che tende a destrutturare singoli riff “quasi” metal se non black riplasmando il tutto in una colata di lava (di nuovo godendosi il drumming fantasioso e senza redini) che forse riassume al meglio la narrazione musicale del progetto Guiltless, rendendola inoltre e persino leggermente più fruibile. In generale tutti i pezzi riescono nel loro intento dando tanta soddisfazione a chi ascolta, vuoi per come questi “girano” nella loro robusta e marziale, ma disturbante, andatura, sia per come appunto rimanga dopo la fine dell’ultimo pezzo un senso di disagio a permeare il silenzio residuo (alcuni pezzi starebbero benissimo nelle soundtrack di horror moderni e inquietanti).
Teeth To Sky, nonostante sia uscito nel primo trimestre del 2025, si può già permettere di sgomitare per entrare nella top ten dei migliori dischi dell’anno e questo va detto senza tanti giri di parole. Graham, Hawkins, Dunable e Grave confermano (ce n’era bisogno?) di essere musicisti preparatissimi e che sono in grado di lanciare il cuore oltre l’ostacolo, proponendo canzoni profondamente connesse con le band da cui provengono, senza rinnegare nulla di un passato e di un presente di trascorsi, esperienze e influenze importanti e forse anche per questo creando un orizzonte molto interessante e calzante alla perfezione con l’attualità. Certo, l’orizzonte a livello di sensazioni ed emozioni (e di attualità, ecco) è pregno di disagio, di sconforto e di inquietudine e noi ci lasciamo sprofondare di buon grado in questo magma scuro, denso e opprimente per trovare catarsi e purificazione. L’importante sarà poi, riemergendo da quel magma, non incrociare gli occhi di ciò che inanimato è nella stanza, appoggiato al muro.
(Neurot Recordings, 2025)
1. Into Dust Becoming
2. One Is Two
3. In Starless Reign
4. Our Serpent In Circle
5. Teeth To Sky
6. Lone Blue Vale
7. Landscape of Thorns
8. Illumine