Sex and Repression in Savage Society è un libro del 1927 dell’antropologo polacco Bronisław Malinowski. È considerato “una famosa critica della psicoanalisi” ma è soprattutto, contestualizzandolo, in musica e ai nostri giorni, l’ultimo lavoro di Herman Pańkow, mente dei Saint Vengeur. Il suo percorso di sperimentazione sonora, partito nel 2022 con Par Feu et Par Flammes sotto il nome Vengeur, si aggiorna oggi, tre anni dopo, con il cambio in Saint Vengeur, segnando un cambio di passo rispetto al passato.
Disturbante, magari non eccessivamente vario nella sua proposta, ma di sicuro impatto, Sex and Repression in Savage Society non fornisce coordinate precise a cui fare riferimento. La follia sonora dell’album, che richiama un sound che pare estratto da un B movie di bassa lega, o da un videogioco anni Ottanta, è immediatamente chiara, sin dai primissimi minuti. Concettualmente dobbiamo immaginarci in un contesto metropolitano degradato, silenzioso e freddo, in un mondo in bianco e nero post-industriale corrotto fino al midollo. È qui che il disco prende il sopravvento e ci racconta la vita e i suoi eccessi, le sue cadute e gli inevitabili sensi di colpa che la pervadono e la colorano di nero. Il tutto in un crescendo di minaccioso nervosismo acustico fatto di industrial, rumorismo e i più disparati campionamenti.
Anche se, forse tutto, potrebbe essere inquadrato meglio, con più cura per i dettagli, l’album è molto interessante, e crediamo possa rappresentare il punto di partenza per una nuova fase della carriera di Pańkow, che coincide con la scoperta della consapevolezza nei propri mezzi, elemento essenziale che non potrà che portare a sviluppi futuri incontrollabili.
(I, Voidhanger Records, 2025)
1. Prima Facie
2. Farewell at Dawn
3. Menarche
4. Poor Homme
5. Immaculata
6. Symphony of the Night
7. Affection Paradigm
8. Insignificant Lives