Otra rappresenta, all’interno del percorso artistico degli In The Woods… un deciso e, per certi versi, inatteso e piacevole passo avanti. Non è dato sapere quale potrà essere la direzione futura della band, abituata a prendere sempre strade in controtendenza rispetto alle aspettative altrui. Di certo però ci piace sottolineare come si possa pensare a questo album come a uno dei migliori dei loro tempi più recenti. La band norvegese è una realtà libera da preconcetti, che non fatichiamo a calare in un ristretto contesto in cui troviamo tutte quelle band che si liberano da ogni tipo di sovrastrutture, e possono permettersi di fare il cazzo che gli pare, andando (quasi) sempre a bersaglio. Costruito concettualmente intorno alle tematiche legate al fiume Otra, che bagna la loro città natale, Kristiansand, nel sud della Norvegia, il disco cerca di rendere reale l’idea del fiume in piena che travolge tutto e tutti.
Gli In The Woods… di oggi sono un qualcosa che dobbiamo smettere di mettere in relazione con la band degli esordi. Non solo sono cambiati quasi tutti gli interpreti, ma siamo all’interno di una fase storica che dista trent’anni esatti dal loro debutto del 1995. È chiaro che da allora tutto è cambiato, e non potrebbe essere altrimenti, e che, conseguentemente dobbiamo ragionare partendo proprio da questo postulato. L’album, il settimo per la band, è il primo realizzato con la medesima line-up del disco precedente, a dimostrazione di una (forse, e finalmente) ritrovata stabilità interna, che potrà solo giovare loro. Otra mostra una band che ci prende per mano portandoci in un caleidoscopio sonoro in cui non c’è tempo per fermarsi a ragionare sulle sfumature che separano i generi che lo compongono. L’obiettivo degli In The Woods… è invece quello di puntare a un impatto quanto più diretto possibile, che però non perda di vista la loro idea di bellezza. Se ci fermiamo a guardare al passato, dobbiamo farlo solo mutuando l’idea che la band nordica abbia fatto un percorso interessantissimo, sempre votato alla crescita, ma soprattutto alla ricerca sonora non convenzionale.
In estrema sintesi possiamo guardare a Otra come a un album evocativo, a tratti quasi maestoso, suonato maledettamente bene, in cui, al netto di un mood decisamente cupo, l’armonia non viene abbandonata, anzi riveste un ruolo per certi versi predominante, andando a seguire l’idea di una “forma canzone” in passato lasciata morire, e che qui (ri)esplode fragorosamente in tutta la sua bellezza.
(Prophecy Productions, 2025)
1. The Things You Shouldn’t Know
2. A Misrepresentation Of I
3. The Crimson Crown
4. The Kiss And The Lie
5. Let Me Sing
6. Come Ye Sinners
7. The Wandering Deity