Circuit des Yeux (alias Haley Fohr) è una musicista, compositrice e artista multidisciplinare di Chicago. Halo On The Inside, oltre ad essere il suo album più recente, rappresenta il punto di arrivo di quel suo percorso di metamorfosi in atto da diversi anni, e che, appunto, oggi si certifica tramite quest’uscita. Un percorso che l’ha vista partire crisalide e che la ritrova oggi farfalla dalle ali spiegate in volo. La sua è una metamorfosi a tutti gli effetti, che si specchia in un disco caratterizzato da momenti tra loro altamente contrastanti che si contrappongono cercando quella bellezza minacciosa da tempo smarrita. Un album dissonante, e di grande intensità, sia sonora che emotiva, che ci prende per mano e ci porta sulle montagne russe impazzite dei nostri sentimenti più profondi, in cui echeggiano e rimbombano ritmi e suoni che pensavamo perduti nei meandri della nostra mente.
Halo On The Inside è un disco dalla non facile chiave di lettura. Possiamo pensarlo, per aiutare a entrare in simbiosi con il suo l’approccio, come a un dark pop avantgarde (sempre che, come ripetiamo spesso, le definizioni in ambito musicale abbiano un senso) costruito con un sapiente lavoro di sperimentazione volutamente confinato alle ore notturne, in cui tutto il rumore di Chicago andava a sparire, favorendo il lavoro di Haley Fohr nel cercare di rendere suono ogni sollecitazione, ogni rumore, ogni imperfezione, dandole vita autonoma, in una gestazione extrauterina di nove mesi che ha visto ruotare tutto intorno alla voce, elemento base che la contraddistingue, fornendole un’estensione di rara intensità. Halo On The Inside è un album davvero “dark”, nel suo significato più profondo, a tratti quasi teatrale. Un disco di grande impatto emotivo, indipendentemente dal contesto in cui lo si voglia guardare. Un album che ti sorprende ogni volta. E che, quando pensi di aver capito, di averne percepito l’essenza, muta, in cerca di un obiettivo che appare sempre più sfuggente.
Circuit des Yeux ad oggi ha realizzato otto, con questo nove, album. Tutti caratterizzati da un approccio avanguardistico, come detto di difficile contestualizzazione, spesso apparentemente slegati tra loro, e quindi percepiti come avulsi da un progetto sonoro unico che si ripropone. Un progetto che sposa un’estetica sostanzialmente oscura, modellabile a seconda dei casi, in una visione solo apparentemente funerea, che finisce infatti per dare spazio al lato sinistramente romantico, individuandolo come preponderante. Il cambiamento è l’unica costante delle nostre vite, questo è chiarissimo soprattutto per Circuit des Yeux, un cambiamento che si attua non solo tra brano e brano, ma anche all’interno dei singoli episodi, in costante equilibrio tra immediatezza e ricercatezza. Un cambiamento insito dentro Haley Fohr stessa, che, a fine disco, è un’altra persona rispetto a quella che lo ha introdotto. Una persona che si guarda allo specchio e si scopre diversa, non necessariamente migliore, ma diversa.
(Matador Records, 2025)
1. Megaloner
2. Canopy of Eden
3. Skeleton Key
4. Anthem of Me
5. Cosmic Joke
6. Cathexis
7. Truth
8. Organ Bed
9. It Takes My Pain Away