Non è semplice individuare il mood che muove Shedfromthebody, l’incarnazione musicale della finlandese Suvi Savikko. Sono davvero notevoli le diverse anime che colorano (di scuro) il suo recente album Whisper and Wane, il quarto della sua carriera, autoprodotto come tutti i precedenti. Sono proprio queste influenze disparate a renderlo meno immediato rispetto al passato. Il suo è un approccio sostanzialmente inquadrabile e ascrivibile al minimalismo sonoro, che punta a sedurre al primo ascolto. Il disco è pervaso infatti da un’atmosfera oscura che sposa una malinconia coinvolgente, fatta di nottate insonni in cui vediamo sanguinare i nostri pensieri più nascosti.
L’album arriva a distanza di due anni da Amare, e ci presenta un’artista decisamente prolifica, che è riuscita a realizzare ben quattro full e un EP in soli cinque anni. Da quel 2020 in cui, dopo aver messo in stand by il suo progetto precedente 1X4X44R, con cui esplorava le potenzialità dell’elettronica. Rispetto al precedente si sono ridotte le parti più ruvide, quelle di stampo prettamente chitarristico, con un cambio di registro che pone in primo piano una maggiore delicatezza, che possiamo leggere come l’impellente necessità di scendere a patti con noi stessi, in un mood molto più cupo, che sembra volersi staccare in modo deciso dalle componenti più affini al metal. Questo suo passaggio più recente ce la mostra alle prese con una serie di brani eterogenei, riconducibili ad un approccio etereo e sognante, di grande profondità, sia sonora che emotiva. Un sound meno inquadrabile, ad un primo ascolto, ma sicuramente più intrigante, proprio perché sfaccettato. Attenzione però, l’album è tutto tranne che “facile e leggero”, anzi siamo forse alle prese con quello che è il suo lavoro più intenso, proprio perché orientato a costruire un crescendo di atmosfere che deflagrano, lasciandoci uno straniante senso di malinconica tensione difficile da metabolizzare
Shedfromthebody è una one woman band che punta all’estetica sonora attraverso suoni glaciali che riescono a scaldare il cuore in tempo praticamente reale, al primo ascolto. E lo fa attraverso tutta una serie di cambi di atmosfera che lasciano intravedere un quadro di insieme inizialmente solo abbozzato, che saprà rendersi palese solo a fine ascolto, quando avremo voglia di ricominciare da capo. L’idea che ci siamo fatti è quella che – forse – ancora Suvi non abbia preso una direzione definitiva, e che le piaccia realizzare quello che in quel momento sente di dover dire, senza dover rendere conto a nessuno. Da un punto di vista di potenzialità non ha nulla da invidiare ai nomi più altisonanti e conosciuti, resta da vedere se riuscirà a farle esplodere come ci aspettiamo.
(Autoproduzione, 2025)
1. Destroyer
2. Mooring
3. Nail
4. Sungazer
5. Milk
6. Velveteen
7. The Choke
8. Kenopsia