Sabato 01.11.1975 Pier Paolo Pasolini concede un’intervista a Furio Colombo. Ma ignora che questa sarà la sua ultima testimonianza. Il giorno dopo, domenica, il suo corpo senza vita è all’obitorio della polizia di Roma. Nella notte è stato assassinato, in uno spiazzo polveroso e abbandonato, all’Idroscalo di Ostia. Siamo tutti in pericolo è il titolo che i due avevano concordato per l’intervista, che uscirà postuma una settimana dopo su L’Unità. Siamo tutti in pericolo nel 2025 è invece il titolo dell’album di tributo a PPP ad opera di Golem Mecanique (all’anagrafe la polistrumentista francese Karen Jebane), recentemente uscito per Ideologic Organ di Stephen O’Malley dei Sunn O))), che cerca di rendere reale e tangibile, a chi non ha avuto la fortuna di vivere in quel tempo, l’arte inquietante di uno dei più grandi intellettuali della storia italiana.
Il sound scelto è inevitabilmente orientato verso una pesante litania sonora priva di qualunque accenno melodico, che ci apre uno squarcio su un mondo ormai in declino, e che possiamo inquadrare come la perfetta colonna sonora del trapasso terreno. Una serie di droni stratificati, modulati quasi ad evocare un rituale pagano, fanno da sottofondo alla recita spoglia, a volte sussurrata, a volte quasi una nenia, della Jebane. Un album che trasuda dolore, e che, occorre precisarlo sin da subito, è quanto di più lontano possa esistere rispetto all’idea di brano inteso come forma canzone classica. Durante l’ascolto il tempo pare fermarsi, per omaggiare il poeta maledetto, mentre la Jebane prosegue nel suo mantra funebre ricco di drammaticità. L’idea di base è quella di riuscire ad essere bellezza e terrore nello stesso istante. E non ci siamo andati poi molto lontani. Un disco per molti ma non per tutti.
Golem Mecanique, progetto minimalista dadaista francese caratterizzato da una ricerca sonora che sposa l’idea di un mare nero e calmo, attivo sin dal 2007, arriva oggi al suo quattordicesimo album, il terzo con Ideologic Organ. La sua è (autocit.) musica sperimentale sacra che nasce da poesia e letteratura, e che trova la sua ideale collocazione in quella “chiesa oscura” pervasa di misticismo in cui la Jebane immagina di condurci. Un album che guarda a Pasolini con la giusta distanza, attraverso gli occhi del buio che lo ha vegliato in quella notte, e lo omaggia con il doveroso rispetto che si confà agli artisti di spessore come lui. Un disco che cresce alla distanza e che trova nel finale i suoi momenti più lirici, intimisti e delicati, in altre parole affascinanti e toccanti.
(Ideologic Organ, 2025)
1. La notte
2. Il giorno prima
3. Teorema
4. Il giorno
5. La tua ultima serata
6. Le lacrime di Maria