I Lights of Vimana sono un progetto che sta emettendo i primi vagiti tramite l’italianissima Dusktone. Più che un progetto in realtà si dovrebbe parlare più propriamente di “supergruppo” internazionale, in quanto tra le sue fila possiamo trovare Riccardo Conforti (Void of Silence) alla batteria e tastiere, Jeremy Lewis (Mesmur, Pantheist) che si occupa di chitarra e basso, e Déhà (Slow, Cult of Erinyes) alla voce. Neopolis rappresenta il primo tassello della discografia dei Lights of Vimana, e sinceramente non si poteva cominciare meglio questo viaggio sonoro.
I suoni sono, come ci si aspetta, molto lenti e tenebrosi. Il mondo descritto da Déhà è ben oltre il fine vita: negli arazzi dipinti dai Lights of Vimana non c’è molto posto per la speranza, in quanto gli scenari si presentano grandi, freddi e completamente desolati. Musicalmente ci possiamo aspettare la maestosità e la decadenza di band più blasonate come My Dying Bride o Draconian, con un pizzico di progressione e tendenza alle soluzioni “cinematografiche” in più. In particolare, i tappeti creati da Riccardo Conforti sono perfetti in questo senso, perché preparano il terreno per l’interpretazione magistrale di Déhà, che a tratti ricorda davvero Aaron Stainthorpe, mentre altre volte ci riporta alla mente Mikael Åkerfeldt nelle sessioni più heavy. In questo contrasto growl/pulito si incastonano davvero bene le trame chitarristiche di Lewis; da questo punto di vista l’opener “Nowhere” e la centrale “Real” sono il sunto perfetto di questi concetti, oltre che essere le canzoni più lunghe di questo Neopolis. Non fraintendeteci però: sebbene ci siano delle influenze chiare, i Lights of Vimana hanno dimostrato fin da subito di avere una personalità molto forte, forse per merito dell’esperienza accumulata dai suoi membri ma probabilmente anche a causa di un’ottima compatibilità artistica tra questi ultimi. Gli scenari ad ogni modo sono decisamente variegati, malgrado il denominatore comunque sia ovviamente il doom metal più “europeo” e romantico. Non mancano le incursioni (graditissime ovviamente) di voce femminile in “Endure” e nella sopracitata “Real”, ad opera di Nicole Fiameni (Eurynome).
Possiamo concludere l’analisi di questo ottimo esordio consigliandone ovviamente un ascolto paziente, attento e immersivo. Data la fortissima componente cinematografica di Neopolis, l’esperienza sonora migliore è senza dubbio quella descritta, per apprezzarne meglio l’epicità e la drammaticità. Speriamo ovviamente, date le premesse, che il progetto Lights of Vimana non si fermi qui ma maturi sempre di più e ci regali altre perle come questa!
(Dusktone, 2025)
1. Nowhere
2. Endure
3. Real
4. Neopolis
5. Remember Me