Il terzetto di Liverpool arriva alla sua quarta pubblicazione in dieci anni. Il loro è un percorso che nasce nel 2014 con Into The Unfathomable Abyss, album che li ha fatti conoscere, ma che ancora, probabilmente, non rappresentava un biglietto da visita definitivo. Sono passati undici anni, e siamo in questo infame 2025, momento in cui li ritroviamo decisamente più a fuoco, anche se, ancora, non tutto è esattamente al proprio posto. Stanno limando i dettagli, in attesa di sfornare quel lavoro che potrebbe rappresentarli al meglio.
Ma di questo ci preoccuperemo solo al momento, per ora restiamo su questo Obscured Into Nebulous Dusk, stampato di recente dalla statunitense Translation Loss Records. Soltanto quattro brani, dalla durata media che si assesta sui dieci minuti, ma più che sufficienti per farci capire dove i Coltsblood vogliono portarci. Vale a dire in un infernale e cupissimo coacervo, dove tutta la granitica pesantezza dei Nostri ci chiude all’angolo, grazie ad muro sonoro impeccabilmente eretto, in uno scontro che continua ad alzare il proprio livello, in modo costante, man mano che il disco avanza e ci incalza. Sono passati sei anni dall’album precedente. Sei anni assolutamente ben spesi dai Coltsblood, che riescono a trascinarci in un bagno di sangue, in cui, alla fine, è quasi piacevole immergerci, indotti come siamo in uno stato di quasi trance. Una devastazione totale, soprattutto dal punto di vista emotivo, che mostra come, talvolta, la bellezza possa realmente essere oscura senza perdere il proprio fascino.
Al netto di alcune parti che consideriamo ancora meritevoli di maggiore attenzione in fase di arrangiamento, non possiamo che promuovere l’album, sottolineandone il carattere monumentale, funereo e apocalittico. Un album che trasuda potenza e lancinante dolore, e che pare adatto a sposare un arcano rituale di magia nera, attraverso un sentimento oppressivo che si esalta nel suo crescendo, fino al deserto emotivo finale, in cui ardono le fiamme infernali di feedback urlanti che completano lo strazio. Concettualmente ispirato al tempo, al suo scorrere e alla sua divisione in cicli, il disco è un invito a incamminarci in un sentiero, tra le rovine di un mondo che non esiste più, in un viaggio verso l’immensità dell’ignoto.
(Translation Loss Records, 2025)
1. Until The Eidolon Falls
2. Waning Of The Wolf Moon
3. Transcending The Immortal Gateways
4. Obscured Into Nebulous Dusk